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Cronaca Andrea Amato 24 agosto 2010 23:17 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
Il campanile non ha suonato a morte. La comunità di San Vito ha voluto salutare Maria con le campane a suon festoso.
MARIGLIANO - Una chiesa gremita di parenti, conoscenti, cittadini, autorità civili e religiose ha dato l’ultimo saluto ieri a Maria Angri, la donna morta tragicamente nell’impatto tra due barche al largo di Capo Palinuro, venerdì scorso.
La salma, proveniente dall’ospedale di Vallo della Lucania, è arrivata a San Vito di Marigliano intorno alle ore 9:00. Le esequie, celebrate dai frati francescani, ha visto anche la partecipazione del parroco della principale chiesa cittadina, mons. Pasquale Capasso e di don Angelo Losco della parrocchia di San Sossio Martire di Somma Vesuviana.
“Quella di Maria è una morte tragica”, ha detto nell’omelia padre Lorenzo, “ma ci deve rassicurare il fatto che ella con la sua presenza misteriosa, di luce, di fede continuerà a vigilare sulla sua famiglia e su noi tutti.” Parole di conforto e vicinanza alla famiglia di Maria, a suo marito, impiegato dell’Ufficio Tecnico comunale, e ai due giovani figli che la quarantanovenne lascia.
Nessun riferimento, durante il sermone, al fatale errore umano che ha strappato la povera donna all’affetto dei suoi cari. Si è preferito ricordarla non nella sciagura, ma per quello che è stata in vita: una persona semplice, viva, dedita alla famiglia e alla comunità. “Si dava da fare in occasione delle feste di San Francesco e di San Vito, sempre pronta e disponibile per il nostro convento” ricorda ancora il frate celebrante, particolarmente legato a Maria e alla sua famiglia.
E a testimonianza della grande eredità di bene e di affetti da lei lasciata nella comunità non ci sono state soltanto le parole del sacerdote, ma anche la presenza di un nutrito gruppo rappresentativo della Fondazione UNITALSI di Sant’Anastasia, di cui la Angri era un’associata operante ed assai stimata. Inoltre, pure la comunità dei terziari francescani, di cui Maria faceva parte, in segno di affetto e gratitudine, ha animato col canto il sacro rito di suffragio.
All’uscita del corteo funebre dalla chiesa, le campane non hanno suonato i consueti rintocchi a morte. Il convento, insieme con tutta la gente stretta intorno alla bara, ha voluto salutare Maria con le campane a suon festoso, in segno della cristiana credenza che ella continuerà ad essere presente e a spendersi per i suoi.
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