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Cronaca Loredana Monda 25 settembre 2010 01:30 Circa 1 minuto per leggerlo stampa
Le indagini dei carabinieri continuano per accertare i fatti.
MARIGLIANO - Fatale per l’operaio edile Domenico Vecchione è stata un’importante lesione alla testa. L’uomo è stato sventurato: è caduto tra la base metallica dell’impalcatura e il taglio del marciapiede. Per gli inquirenti, che hanno eseguito i rilievi e che ritengono che il sessantaduenne sia caduto all’indietro, è importante, però, stabilire se la caduta è stata provocata da un malore o da una manovra errata: attenderanno l’esito dell’autopsia (disposta dal sostituto aggiunto Ugo Miraglia della Procura della Repubblica di Nola e che dovrebbe essere eseguita tra domani e lunedì) prima di decidere per un’eventuale iscrizione nel registro degli indagati di tre persone.
Gli atti dei lavori erano, tuttavia, in regola. La ristrutturazione era autorizzata con dichiarazione d’inizio attività. Esisteva un regolare contratto tra il condominio e le altri parti in causa. Gli inquirenti terranno, inoltre, conto dell’esito degli accertamenti di natura tecnica del personale dell’Ispettorato del Lavoro, che - sulla scorta di proprie competenza - ha affiancato i carabinieri della stazione cittadina al comando del maresciallo Raffaele Di Donato.
E’ stato, intanto, accertato che l’operaio era stato fornito di imbracatura e di casco di protezione, ma non li indossava. Calzava, invece, scarpe antinfortunistica. Non c’erano reti di protezione, perché gli operai - tre o quattro tutti forniti di contratto, che hanno prestato piena collaborazione - stavano già provvedendo a smontare l’impalcatura. A norma anche la tabella con l’indicazione dei lavori da eseguire, dei responsabili del cantiere e delle autorizzazioni ottenute.
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