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Cronaca Redazione 22 dicembre 2010 22:27 Circa 4 minuti per leggerlo stampa
“Il Welfare non è un lusso”. Si chiama così il movimento costituito per porre l’attenzione sui disagi dei centri assistenziali e gli organismi come la Caritas, che rivendicano il riconoscimento del loro lavoro, che protestano contro i tagli al 5 per mille e quelli inflitti alle politiche sociali e combattono l’azzeramento del servizio civile . La situazione dei servizi socio-assistenziali è davvero critica. Associazioni di Volontariato, Caritas, Ong, Onlus, Cooperative Sociali e Associazioni di Promozione Sociale lamentano l’assenza d’investimenti concreti nel cosiddetto Terzo Settore (o Terza Dimensione) e soffrono i tagli imposti alle loro attività.
Il debito complessivo della Regione Campania e degli Enti Locali ammonta a circa 500 milioni di euro. Solo a Napoli sono stati chiusi oltre 50 servizi negli ultimi mesi. Centinaia sono a rischio in tutta la Regione. Si tratta di comunità per minori, anziani, disabili, tossicodipendenti, sofferenti psichici. Il 14 dicembre scorso, il movimento “Il welfare non è un lusso” ha organizzato un corteo regionale, tenuto a Napoli, con partenza da Piazza Dante e arrivo dal Prefetto: nessuno ha ricevuto i manifestanti. Su scala nazionale, è stato organizzato un presidio di protesta davanti alla sede del Ministero delle Finanze il 16 dicembre scorso. Dal giorno 14 dicembre, 21 responsabili di organismi del terzo settore, tra cui il Parroco della parrocchia di San Felice di Pomigliano d’Arco (Presidente della Cooperativa Irene ’95) Salvatore Fedele (vice Presidente di Irene 95 e membro del Corcof) sono in sciopero della fame. Ma nessuno si degna di prestare loro la giusta attenzione. Il 20 dicembre si è tenuto un incontro in Prefettura che si è chiuso con un nulla di fatto, essendo mancate risposte concrete da parte di Prefetto e rappresentanti della Regione Campania, del Comune di Napoli, dell’Asl Na1 alle istanze de “Il welfare non è un lusso“.
C’è stato solo un rinvio a un ulteriore tavolo interistituzionale, da tenersi prima della pausa natalizia presso la sede della Regione Campania. Al tavolo del 20 dicembre - oltre alla delegazione del comitato, rappresentata dal portavoce Sergio D’Angelo, da Pasquale Calemme del Cnca Campania, da Fedele Salvatore del Corcof e da Gianni Manzo del collettivo degli operatori – hanno partecipato l’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Napoli Giulio Riccio, un funzionario dell’Assessorato all’Assistenza Sociale della Regione Campania, Raffaele Scognamiglio, e – a due ore dall’inizio della riunione – il direttore del Dipartimento degli Affari Generali della Asl Napoli 1 Centro Domenico Concilio. I rappresentanti delle organizzazioni hanno chiesto oltre al tavolo di confronto interistituzionale, al Comune di Napoli, la deroga al cosiddetto meccanismo del “cronologico”, affinché si inseriscano i servizi sociali e socio-assistenziali tra quelli indispensabili e quindi da pagare prioritariamente. Alla Asl Napoli 1 centro sono state, invece, chieste le certificazioni del debito e una proroga di almeno sei mesi in attesa una stabilizzazione dei servizi socio-sanitari.
L’assessore Riccio ha chiesto alla Regione di farsi da garante presso le banche affinché concedano al Comune il credito necessario per coprire almeno in parte il debito verso cooperative e associazioni, e lo sblocco dei fondi della legge 328 (quelli nazionali destinati ai Comuni per i servizi socio-assistenziali), al momento fermi per una questione burocratica di mancata rendicontazione. Complessivamente si tratterebbe di uno sblocco di fondi per 42 milioni di euro (34 con credito bancario e 8 sulla 328). L’assessore Riccio e i rappresentanti del comitato hanno, inoltre, chiesto alla Regione di sbloccare i fondi europei del Por Campania previsti nell’ambito del protocollo sul welfare sottoscritto da Regione e Comune di Napoli: altri 50 milioni di euro, che darebbero una boccata d’ossigeno alle organizzazioni sociali. Il prefetto di Napoli, Andrea De Martino, ha chiesto, infine, ai rappresentanti di Regione e Comune di Napoli di convocare entro 72 ore un tavolo interistituzionale per trovare una soluzione concreta alla vertenza delle associazioni e delle cooperative sociali.
Ha invitato la Asl Napoli 1 Centro a ripristinare i servizi interrotti che hanno causato nei giorni scorsi l’abbandono a se stessi di centinaia di utenti. A fine riunione la delegazione del comitato si è convocata d’urgenza ed è stato deciso che da domani altre cento persone cominceranno lo sciopero della fame, aggiungendosi ai ventuno presidenti e responsabili di cooperative e associazioni che stanno scioperando da oltre una settimana e che prosegue anche l’occupazione dell’ex ospedale psichiatrico Leonardo Bianchi, da parte di 300 operatori socio-sanitari per i quali è stata già avviato l’iter di licenziamento collettivo, dopo la decisione dell’Asl Napoli 1 Centro di non sostenere più l’attività di 46 servizi per sofferenti psichici, disabili, anziani e tossicodipendenti, garantiti dal lavoro delle organizzazioni sociali.
«Non abbiamo più tempo per discutere – afferma il portavoce del comitato, Sergio D’Angelo – sospenderemo la vertenza solo se sarà convocato il tavolo in Regione entro giovedì».)
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