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Cronaca Redazione 18 febbraio 2011 23:03 Circa 4 minuti per leggerlo stampa
Da Pisa per cambiare nome a via Ponte dei Cani. Pare che la denominazione CANI anziché CLANI sia il frutto di una deformazione nella pronuncia dialettale locale .
Il signor Sigismondo Esposito, da Pisa, ci scrive per informarci che ha inviato un’ istanza al Comune di Marigliano nella quale formula la proposta di variazione della denominazione della via ponte dei cani in via ponte del Clanio.
In essa conclude : “ Il sottoscritto, nato e cresciuto nella suddetta via fino al giugno 1955, si è dilettato a cercare le origini ed a sottoporne le risultanze per una possibile variazione della denominazione della via Ponte dei Cani in VIA PONTE DEL CLANIO”.
Di seguito l’intera missiva.
Al Sig. Presidente del Consiglio Comunale
di
M A R I G L I A N O
Per le opportune valutazioni e decisioni,si sottopone all’attenzione di codesto consesso quanto segue:
Nel territorio di codesto Comune esiste la Via Ponte dei Cani che collega la frazione
di Lausdomini con la località ponte dei cani, (anticamente PONS CLANI ) .
Da ricerche e consultazioni effettuate il nome esatto dovrebbe essere Via del ponte CLANIO.
Difatti la tesi riportata da Giuliano Maio (De priscorum proprietae verborum), secondo cui “Clanius est fluvius Campaniae prope Acerras, a Clanion, idest Viola, qua eius abundant"; viene confermata in seguito anche dal Napoletano Lucio Giovanni Scoppa (Spicilegium – Napoli 1551).
Inoltre,Plinio sosteneva che il Clanio aveva origine dai Monti Tifata (che sono al confine tra la Campania ed il Sannio), e scorrendo nell’Agro di Acerra, Atella ed Aversa, si impaludava presso Liternum (lago di Patria), come confermava anche Virgilio nelle "Georgiche" "…
Il Giustiniani, lo fa sorgere: "… dalle radici del Monte Cancello, che si forma tra le sorgenti, pochi passi tra loro distanti, alcune sono di acqua dolce, ma molte altre sorgenti sono salmastre o sulfuree e vengono appellate Mofete, indi attraverso la località Gaudello arriva ad Acerra e si unisce al Riullo (altra sorgente del Clanio), nei pressi dell’antica Suessuola. . Vero è che il Giustiniani fa una lunga dissertazione su questo Fiume contestando storici suoi contemporanei, che facevano scorrere il Clanio alla periferia di Napoli. Il Lettieri, nella sua "Storia di Sessuola", sosteneva: "... alcune sorgenti del Clanio, nascono tra Avella e Nola, e correndo verso l’occaso, si uniscono con (altre sorgive e paludi, che sono chiamati "Li Lagni".
Più preciso è Camillo Pellegrino (Discorso della Campania): "... Il Clanio nasce tra due Città: Nola ed Avella, da piccole fonti, che talvolta inaridiscono e sono talora soverchianti, con grave danno degli abitatori del paese...".!
.L’Abate Francesco Sacco nel 1795, sosteneva: "Clanio - ossia Lagno - che nasce sopra la Montagna di Avella, scorre nelle campagne di Nola, dopo essersi accresciuto di un ruscello (allude al Riullo, che scorre nei pressi di Cancello), va nel Bosco di Acerra, presso le rovine dell'antica Suessola, ed imboccando in tre grandi Alvei, divide il Territorio Capuano dall’Aversano. Finalmente dopo aver attraversato il Lago di Patria va a scaricare le sue acque nel mar Tirreno". E , infine, la testimonianza dello Storico contemporaneo Pietro Manzi (1969) asserisce che: il fiume Clanio, correva da Avella, tra Risigliano e Tufino, Camposano, ed in canali modernamente rettificati ed artificiali, continuava con il nome di Canale di Bosco Fangone, e dal Ponte dei Fusari, assume il nome di regi Lagni; prima di questo Ponte, riceve il Lagno del Gaudio e quello di Nola, con le acque del Lagno di Livardi, del Vallo di Lauro, Quindici e Palma Campania. Dopo aver toccato Acerra, raggiunge la Pineta di C/Volturno, dove con duplice corso, va a sfociare, parte nel Tirreno, mentre l’altro ramo, tramite il Canale Vena, nel Lago di patria. Il Manzi ricorda ancora che: "…Il Bue Androcefalo sulle Monete Nolane, non è altro che l’immagine mitizzata del Clanio, ravvisando nel Toro le fattezze umane, il simbolo dei fiumi (abbondanza) e dell’agricoltura".
Da ultimo,si ritiene segnalare che, in uno studio del Piano Regolatore per le Bonifiche dell’Italia Meridionale, disposto dal Ministero dei Lavori Pubblici, nel 1911, si legge:"…la plaga che si estende tra le falde del Monte Somma ed il Vesuvio, e l’Agro Nolano, prima del 1610, era una delle zone Campane più paludose e malsane, poiché il fiume Clanio che attraversava, con il suo tortuoso ed irregolare andamento, ristagnando, nelle depressioni del terreno, anche per le sfrenate alluvioni dei torrenti Nolani e Vesuviani, provocava disastrosi allagamenti, che finirono per costituire una estesa e malsana palude".
Da quanto sopra esposto appare incontrovertibile che l’antico fiume CLANIO attraversasse parte del territorio mariglianese e che la denominazione CANI anzicchè CLANI sia il frutto di una deformazione nella pronuncia dialettale locale .
Il sottoscritto,nato e cresciuto nella suddetta via fino al giugno 1955 si è dilettato a cercare le origini ed a sottoporne le risultanze per una possibile variazione della denominazione della Via Ponte dei Cani in VIA PONTE DEL CLANIO.
Nello scusarmi,porgo distinti saluti.
Pisa, 14 febbraio 2010
Sigismondo Esposito
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