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Cronaca Andrea Amato 13 aprile 2011 00:50 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
I mariglianesi non conoscono i loro tesori culturali
MARIGLIANO - Ancora sul piede di guerra le associazioni cittadine e gli studiosi del territorio. Dopo l’abbattimento di Palazzo Attena, lo storico immobile di inizio Novecento, di stampo razionalista, attribuito alla prestigiosa firma dell’architetto ed urbanista italiano Marcello Piacentini, noto soprattutto per il suo duraturo e proficuo rapporto con il Regime, la protesta contro i predatori del cemento non si arresta. Il fiume di polemiche per quella che molti hanno definito “colpevole inerzia” dei politici locali corre veloce e contestazioni a non finire montano soprattutto in rete, sui blog e sui social network.
“I danni al paesaggio, ai nostri beni culturali uccidono la memoria storica”, tuona Pierfrancesco Rescio, docente di Topografia antica al Suor Orsola Benincasa, “offendono i diritti delle generazioni future!”. Intervenuto a margine della tavola rotonda “Valorizzazione del Patrimonio Artistico - Storico - Architettonico di Marigliano ”, il convegno voluto dall’onlus “Oltremarigliano”, tenutosi lunedì scorso nella sala consiliare del Comune, in occasione della XIII Settimana della Cultura, il professor Rescio, di origini pugliesi ma appassionato dell’Ager Campanus, da qualche mese sta compiendo studi sul territorio nolano-mariglianese.
Rimasto affascinato soprattutto dall’organizzazione delle campagne di questa terra, dalle sue case coloniche, dalle sue masserie, Rescio tuttavia resta sconcertato per le “sconcezze e deturpazioni” di cui essa è purtroppo vittima. “E’ necessario un protocollo d’intesa, una sinergia totale fra i poteri pubblici: tra le amministrazioni locali e la Soprintendenza”, afferma il docente del Suor Orsola. Un richiamo pressante a un impegno più concreto nella tutela dei beni culturali, a un’azione di governo che sia orientata non più alla cementificazione senza scrupoli, ma alla catalogazione del patrimonio di tutti i beni artistici e storici, architettonici, archeologici ed ambientali presenti in città e quindi al loro recupero.
Un invito che il professor Rescio ha fatto nella sede di lunedì sera, se non altro per approfittare della presenza in aula consiliare di tutte le più importanti personalità del MIBAC attivi in regione e del sindaco Antonio Sodano. Oltre ai principali promotori del convegno, la dott.ssa Elisabetta Ilardi e il prof. Giuseppe La Rocca dell’associazione “Oltremarigliano”, erano, infatti, seduti al tavolo del dibattito il dott. Gregorio Angelini, direttore regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Campania, lo storico per la Soprintendenza dei Beni Culturali di Napoli e provincia dott. Franco Di Spirito, l’archeologa, direttrice e coordinatrice presso la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Campania dott.ssa Lorena Jannelli e la storica dell’arte dott.ssa Filomena Sardella.
Anch’essi hanno unanimi sottolineato per Marigliano l’urgenza di catalogazioni sistematiche, di elenchi descrittivi per tutti i beni pubblici e privati presenti in città, la necessità di individuare e riconoscere il loro valore storico e artistico e, quindi, di intervenire sul patrimonio esistente nel rispetto della sua conservazione.
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