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Cronaca Redazione 25 aprile 2011 22:16 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
BRUSCIANO - Dopo la Settimana Santa di Passione, Morte e Resurrezione di Cristo è giunto quindi il lunedì dedicato, in Campania, alla Madonna dell’Arco. Anche a Brusciano la religiosità popolare con i fujenti di bianco vestiti si sono portati in pellegrinaggio con ceri, suppliche e ringraziamenti per grazie, da ricevere o già ricevute, al Santuario dei Padri Domenicani di Sant’Anastasia, in una continuità temporale originata dal primo miracolo della sacra immagine della Madonna dell’Arco, avvenuto il lunedì del 6 aprile del 1450.
La sveglia è stata data dai fuochi d’artificio poi le messe mattutine presso le tre parrocchie con Don Michele Lombardi per la Santa Maria delle Grazie, Don Giovanni Lo Sapio per la San Sebastiano Martire e Don Baldo Lombardi per la San Giovanni Battista. Quindi il correre per le vie del paese, le cerimonie dei saluti ai caduti di tutte le guerre, i canti, le “voci” poi il passo cadenzato destinato alla meta in Sant’Anastasia dove “A’ Mamma e ll’Arco” attende tutti i suoi figli. Ad assistere alle funzioni pubbliche dei fujenti bruscianesi il Sindaco dott. Angelo Antonio Romano ed il Presidente del Consiglio, Antonio Di Palma nel giorno della coincidente festa religiosa con la Festa della Liberazione.
Le squadre di Brusciano, ognuna nel proprio arcaico patronimico, porta la memoria di chi non c’è più ed ha reso alle nuove generazioni il testimone mariano e l’impegno a continuare: O’ Patano; O’Pallère; O’Caparaglio; Zì Alfredo; Mangiapalomma. L’ultimo gruppo che si è costituito in questi giorni sotto una nuova Bandiera è quello familiare dei fratelli Di Maio.
Da una più attenta verifica storica la squadra più antica, a Brusciano, risulta essere quella appartenente a “O’ Patano” risalente a circa 80 anni fa che oggi continua con il gruppo coordinato da Francesco Parrella, Antonio Mocerino, Domenico Di Palma, Antonietta Mausolle, Pasquale Fornaro, Francesco De Longis portabandiera e con Paola Terracciano a distendere il messaggio canoro devozionale che a metà degli anni ’70 ha avuto in dono dalla mamma Antonietta, riservatissima voce di donna esclusivamente dedicata alla Madonna dell’Arco. Ma da Brusciano c’è anche Giuseppe Montanile, fujente da oltre 50 anni, quest’anno in marcia solitaria, sempre nella completa tenuta da fujente bianca con fascia rossa per rendere riconoscibile e pubblica la figura del pellegrino elemosinante. Il sociologo Antonio Castaldo nel rilevare queste testimonianze ricorda che “Giuseppe è il papà di Antonio Montanile, danzatore coreografo, che calca i palcoscenici internazionali con notevoli successi. Uno tra i tanti è “Un fascio di nervi” riproposto il 2 dicembre 2009, nella decima edizione del Festival della Nuova Danza a Milano, dedicato al dolore umano. Qui si disvela una traccia dell’antica espressività dei fujenti nell’abbandono estatico dei tanti che hanno appena varcato la soglia del Santuario, fino al parossismo di alcuni al cospetto della miracolosa immagine della Madonna dell’Arco”.
Ancora da Brusciano giungono i lavori artistici del rinomato sassofonista Rocco Di Maiolo messi al servizio di rivisitazioni e sperimentazioni musicali della tradizione di suoni e canti dedicati alla Madonna dell’Arco. Altro similare contributo viene dato da Maurizio Saccone e dal figlio Michele.
Poi, nell’anonimato dei fedeli, le marce di tante donne che nottetempo a gruppi, in questa settimana, si sono recate a gruppi alla Madonna dell’Arco ognuna portando un pegno, una preghiera, un’afflizione da lenire. Tutte sono tornate a casa con una speranza rinnovata nella salvifica fede posta nella Madonna dell’Arco, in questi giorni di memoria e riattualizzazione del dramma della Croce del dolore della Madre di Dio. Agli occhi dei bruscianesi si sono ripresentate, come ogni anno in transito per la Madonna dell’Arco, anche la squadra di Mariglianella, sempre unita, folta, ordinata ed orante e gli umili e ricchi di antichi atti devozionali, gruppi di Lausdomini.
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