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Cronaca Loredana Monda 24 giugno 2011 18:08 Circa 5 minuti per leggerlo stampa
Discussione in Consiglio Comunale di questioni che si trascinano da decenni
Il Consiglio Comunale celebrato ieri sera ha fornito un esempio perfetto di gestione allegra della pubblica amministrazione durata una trentina d’anni, i cui frutti, amari, sono destinati a ricadere sui cittadini, almeno su quelli che hanno sempre pagato e che continuano a pagare le tasse. In assise è approdata la storia dell’istituto fantasma destinato ad accogliere l’Ipsia “Galileo Ferraris”, che, nel tempo, ha trovato, invece, altra allocazione. Parliamo di una storia che affonda le radici nel lontano 1978. In pratica, ad un privato fu espropriato (se così si può dire alla luce dei fatti attuali) un terreno, sul quale fu edificato uno scheletro in cemento armato (ancora visibile) di una struttura scolastica mai realizzata.
Atti giudiziari e delibere prodotto ai tempi della penultima amministrazione comunale, lasciavano intuire l’esito che avrebbe potuto avere la vicenda in caso di un mancato forte “interessamento” del Comune. Ad oggi, risulta che in più di trenta anni le procedure di quell’esproprio non sono mai state portate a termine. Il proprietario del terreno - legittimamente, curando i suoi interessi di privato - spogliato fino ad ora della facoltà di utilizzare a proprio piacimento quel fondo, chiede - sulla scorta di una sentenza del Tar, passata in giudicato e contro la quale l’ente locale non ha opposto opposizione dei termini previsti, ora scaduti - la restituzione del bene e un risarcimento dei danni pari ad un milione e quattrocentomila euro (due miliardi e ottocento milioni circa delle vecchie lire). Il risarcimento graverebbe sulla casse comunali, in un periodo di tagli di fondi agli enti locali da parte del Governo, che stanno portando già agli aumenti di casse comunali (vedi Irpef e Tarsu), già solo per la gestione della spesa corrente.
Alla città, come dicevo, è stato fornito un ottimo esempio di pessima gestione, con riferimento ad uno dei tanti debiti fuori bilancio (che qualcuno anche recentemente voleva negare che esistessero) da contenzioso, che diventano, nei fatti, croci nere nelle finanze locali. L’unica strada ormai percorribile sulla vicenda dell‘istituto fantasma dell‘Ipsia - secondo l’amministrazione Sodano, che si è avvalsa di una consulenza legale dell’avvocato Raffaele Moscettino - sarebbe tentare una transazione, almeno per limitare i danni. Il timore di alcuni, invece, è che, dopo la transazione, in quel terreno possano essere costruite altre abitazioni, che vadano a ridurre ulteriormente la già esigua quota di a disposizione dei cittadini per l’edilizia privata.
Ieri sera non è finita qui. In precedenza era stata discussa un’altra questione che fa discutere da giorni: la riclassificazione urbanistica, adottata da un Commissario ad Acta, per un terreno in località Quattrocchi, di proprietà del rappresentante legale dell’immobiliare “DIM.BO Srl”, nonché figlio del sindaco di Mariglianella. Si tratta di un atto da parte dell’amministrazione che fa seguito ad un’istanza, prodotta dall'interessato il 25 luglio 2008, per stabilire l'esistenza o meno delle condizioni urbanistiche ed amministrative che, eventualmente, possano ripristinare l'edificabilità sui terreni, classificati dal Piano Regolatore del 1990 “B1” (urbana da ristrutturare), stralciata (ovvero senza indice di edificabilità). L’interessato ha chiesto l'applicazione di una procedura amministrativa a tutela di un legittimo “diritto privato”, per il venir meno, alla data dell'istanza, dell'efficacia dei “vincoli urbanistici di inedificabilità”, introdotti dal Piano Regolatore del 1990 sui terreni di proprietà.
Si tratta di vincoli che non risultano vigenti per effetto dell'art.38 della Legge Regionale n.16/2004, che fissa in 5 anni l'efficacia dei vincoli d’inedificabilità, introdotti dal Piano Regolatore 1990, a meno che non sia stato adottato dall’amministrazione un provvedimento adeguatamente motivato. Nella fattispecie, il Commissario ad Acta, nominato dalla Provincia, non ravvisando motivi ostativi, ha deliberato il provvedimento di riclassificazione urbanistica, ripristinando, per la citata area B1, lo stralciato indice di edificabilità (1,5 mc/mq), nonché tutte le prescrizioni previste dal Piano Regolatore 1990 per le aree urbane da ristrutturare.Ha portato, insomma, a compimento l'obbligo di istruttoria al posto dell’Amministrazione Comunale, benché il procedimento fosse stato avviato dal Commissario Straordinario Sacchi con delibera n.48 del 08.05 09, quando affidò al responsabile dell'Ufficio Assetto del Territorio del Comune di Marigliano - ing. Ciccarelli - il relativo incarico.
Ebbene, nella seduta di ieri, è emerso che il Consiglio Comunale non è stato investito della questione (approdata in assise su spinta dell’opposizione di centrosinistra), prima che si arrivasse la nomina del Commissario ad Acta e che questi decidesse. Si aggiunga che - dopo questa questione - vista la mole d’istanza simili che stanno già pervenendo al Comune - l’Amministrazione dovrà scegliere se consentire lo stesso trattamento ad altri cittadini ma rischiando una nuova ondata di edificazione selvaggia, oppure negare la stessa possibilità, ledendo un principio di uguaglianza dei cittadini sancito in primis dalla Costituzione Italiana.
Si continua, insomma, a parlare di nuove costruzioni private - peraltro altro ancora in assenza di un nuovo e chiaro strumento urbanistico - evitando costantemente riferimenti ad infrastrutture primarie e secondarie che, di fronte, ad uno sviluppo disordinato, risultano sempre più insufficienti a soddisfare in modo adeguato le esigenze del territorio.
La seduta di ieri sera è stata sciolta poco dopo mezzanotte. Non tutti i punti all’ordine del giorno sono stati discussi. I lavori sono stati, dunque, aggiornati a stamattina alle ore 9:00.
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