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Cronaca Redazione 01 luglio 2011 23:12 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
Uccise la fidanzata con quarantasei coltellate
Comincerà il 29 settembre prossimo, presso la Corte d’Assise del Tribunale di Latina, il processo che vede alla sbarra il 24enne napoletano Luigi Faccetti, accusato dell’omicidio, a coltellate, della fidanzata, Eliana Femiano, uccisa, con selvaggia determinazione ed inaudita violenza, il 22 novembre dello scorso anno, in un appartamento di Terracina. Come ha dichiarato più volte lo stesso imputato, movente dell’efferato assassinio(come accertato da rilevanze autoptiche, la ragazza, all’epoca dei fatti, 25enne, era stata trucidata con ben 46 coltellate), pare essere stato la gelosia. L’episodio di cronaca che ha concluso tragicamente l’esperienza terrena di una giovane piena di vita e che aveva fatto della sua esistenza un generoso e vivido impegnarsi per il bene della sua famiglia e di quanti le si rapportavano con fiducia e rispetto, si presta ad interpretazioni diverse e contrastanti.
Analizziamole andando con ordine. Un anno prima dell’efferato gesto di cui si è reso protagonista, Luigi Faccetti aveva già provato ad uccidere la “sua” Eliana. L’aveva attesa sotto casa, in via Consenza (Quartiere Vicaria, in Napoli) e, aggreditola, le aveva inferto bel dieci fendenti con un temperino, colpendola, tra l’altro, alla gola e a poche centimetri dall’aorta. In quell’occasione, la vittima della furia ossessiva di Faccetti si era salvata solo per il provvidenziale intervento di un passante. Per quell’aggressione, peraltro avvenuta sotto la casa della venticinquenne, Faccetti era stato processato e condannato ad otto anni di reclusione. Allora, si chiedono in tanti, come mai un uomo che gli stessi Giudici che lo avevano condannato avevano indicato "trattarsi di una personalità particolarmente violenta e trasgressiva, senza nessuna capacità di autocontrollo” , affermando per che per lui “esiste un concreto pericolo di condotta recidivante", un anno dopo il provvedimento di condanna, era già ai domiciliari, seppure a centoventi chilometri da Napoli?
E ancora, come è potuto accadere che Eliana Femiano, che appariva terrorizzata da quell’uomo, si trovava nell’appartamento terracinese del suo killer, da dove sapeva bene non ne sarebbe uscita viva? Non sono pochi coloro che ritengono che la vittima di Faccetti sia caduta in una trappola, forse ordita da complici dell’assassino. Sono tutti dubbi, questi, che saranno chiariti nel corso del dibattimento che va a cominciare. Una vicenda carica di misteri e ammantata da malagiustizia, quella di cui ci occupiamo, tanto più che i sospetti da “condotta recidivante”, manifestati dai Giudici che lo avevano condannato ad otto anni si reclusione si sono tradotti in nuda e tragica realtà. Attualmente, Luigi Faccetti è detenuto nel carcere napoletano di Poggioreale, dove era stato condotto dopo l’ultimo arresto, avvenuto in Giugliano di Napoli, subito dopo il raptus omicida. Mistero nel mistero, sono da chiarire anche le posizioni di due lontani parenti dell’accusato, che erano stati arrestati per favoreggiamento personale in quanto avrebbero aiutato Faccetti nella sua fuga verso il Napoli.
Daniele Palazzo
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