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Cronaca Redazione 08 giugno 2012 20:20 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
Proposta del sindaco Lello Russo, c’è una delibera di giunta comunale che fa appello al Ministero di Giustizia: i comuni di Pomigliano d’Arco, Casalnuovo e Castello di Cisterna si impegnano a pagare le spese di mantenimento della sede.
POMIGLIANO - Il Giudice di Pace di Pomigliano d’Arco è stato soppresso e accorpato alla sede di Sant’Anastasia: la notizia risale ormai a gennaio scorso ed è quindi da molti mesi che vibrate proteste di avvocati, operatori e cittadini che usufruiscono del servizio hanno scatenato una battaglia perché si faccia un passo indietro rispetto allo schema del dlgs pubblicato dal Ministero della Giustizia e relativo alla revisione delle circoscrizioni giudiziarie. «La preoccupazione è reale – dice il sindaco Russo – perché operatori e cittadini sarebbero costretti a spostarsi a Sant’Anastasia, una scelta che finirebbe per penalizzare, anche e soprattutto, categorie svantaggiate quali anziani e disabili». Le motivazioni addotte per la soppressione sono quelle ricorrenti in questo periodo di «tagli» ai costi: l’onerosità del mantenimento della sede e la razionalizzazione delle spese. «Ma non sembra sia stato considerato – continua il sindaco – l’inevitabile peggioramento del servizio all’utenza, che dovrebbe essere il primario interesse di chi gestisce la res publica».
E così, dopo una serie di incontri, promossi tra l’altro dal consigliere, nonché avvocato, Peppe Capone, le amministrazioni comunali di Pomigliano d’Arco, Casalnuovo di Napoli e Castello di Cisterna, sensibilizzate dall’Ordine degli Avvocati ma anche dalla cittadinanza, hanno formato un tavolo di discussione sull’argomento per verificare lo stato delle cose e le eventuali possibilità di intervento. Nel corso di questo percorso partecipativo sono state ascoltate le ragioni degli avvocati, dei rappresentanti dei Comuni interessati ed è stato invitato e ascoltato, il coordinatore dei Giudici di Pace, Avv. Giovanni Manfredi. «A conclusione di questo confronto si è constatato – spiega Russo – che l’economicità prospettata dalla soppressione è risibile rispetto agli indubbi disservizi che ne conseguirebbero». Dunque, considerando che lo stabile nel quale è oggi allocato il Giudice di Pace è proprietà del Comune di Pomigliano d’Arco – sito in una posizione centrale e strategica rispetto ai territori interessati e dotato di un ampio parcheggio gratuito – e che gli uffici hanno già un custode dipendente del Comune, le tre amministrazioni comunali hanno concordato di chiedere al Ministero della Giustizia di mantenere la sede di Pomigliano, impegnandosi a distaccare il personale necessario per il suo funzionamento, assumendosi l’onere delle spese delle utenze, della pulizia e della manutenzione ordinaria.
Ebbene, su proposta del sindaco Russo, la giunta comunale ha perciò deliberato di fare istanza al Ministero, impegnandosi, con Casalnuovo e Castello di Cisterna a provvedere al distacco di almeno un dipendente per ciascun Comune, al fine di assicurare i servizi del Giudice di Pace e sostenere, pro quota, le spese. «Per la città di Pomigliano è un’esigenza importantissima – dice il consigliere Capone – mi sono impegnato fin dall’inizio in questa battaglia con l’associazione mandamentale avvocati, sostenendo nelle riunioni le istanze non solo dei consiglieri di maggioranza e opposizione, ma come legale e come cittadino, consapevole dei disagi che uno spostamento comporterebbe per l’utenza».
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