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Cronaca Redazione 18 giugno 2012 00:38 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
MARIGLIANO - Ancora guai per il cantiere dell’ex Villa Attena. Dopo il blocco dei lavori da parte del Tribunale Amministrativo della Campania su denuncia del magistrato, Lydia Ada Orsola Spiezia, del Consiglio di stato, arriva ore il sequestro del cantiere. Su delega del Sostituto Procuratore della Repubblica di Nola dott. Giuseppe VISONE, gli agenti della polizia provinciale distaccati presso la stessa Procura hanno svolto indagini per appurare se i grafici presentati, per il rilascio del permesso di costruire n. 20/201, fossero stati inficiati da dati falsi che ne ampliassero i volumi del fabbricato preesistente, edificio esempio di architettura razionale fascista, demolito a marzo 2011.
In particolare, la polizia ha effettuato un sopralluogo presso il cantiere edile e ha acquisito, inoltre, una mole di documentazione presso gli uffici di vari Enti pubblici, Agenzia del Territorio di Napoli, Soprintendenza B.A.P.P.S.A.E. di Napoli, U.T.C. di Marigliano, S.I.T. dell’Amministrazione Provinciale di Napoli ed anche da altre fonti (giornalistiche, internet, di privati).
La documentazione (relazione, computo metrico e grafici) presentata per la riqualificazione del fabbricato “Villa Attena”, ai sensi del art. 5 della Legge Regionale della Campania n. 19/2009 (cd. Legge Piano Casa), con abbattimento, ricostruzione e ampliamento fino al 35% della volumetria residenziale esistente presentata, prevede, così come dai grafici presentati per il rilascio del permesso di costruire e della sua variante, la realizzazione di un fabbricato ad “L” sul corso principale cittadino, costituito da un piano seminterrato per depositi e garage, un piano terra/rialzato destinato a locali commerciali e tre piani ognuno con sei appartamenti residenziali (in totale 18 appartamenti).
Confrontando questa documentazione con quella acquisita, gli agenti della polizia provinciale hanno notato una evidente anomalia sullo stato dei luoghi inerenti le strutture edili esistenti e quelli prima della loro demolizione: le misure descritte sono risultate aumentate rispetto a quelle che erano i dati reali, e quindi di conseguenza è stato computato un notevole aumento volumetrico utile residenziale sul quale poi applicare anche il limite massimo del 35% consentito.
Il magistrato titolare del procedimento, il dott. Giuseppe Visone, preso atto delle difformità, ha chiesto al G.I.P, il dott. Enrico Campoli, il sequestro preventivo del cantiere edile, che è stato accordato l’ 8 giugno scorso. Lunedì 11 giugno il provvedimento è stato applicato e notificato alla ditta Ipodema dagli agenti della polizia provinciale, che hanno apposto i sigilli all’intero stabile.
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