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Cronaca Redazione 06 luglio 2012 11:34 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
Sequestrato il cantiere della storica villa Attena. Atti falsi per demolire.
MARIGLIANO. Il Consiglio di Stato conferma la sospensiva del Tar Campania ravvisando illeciti e irregolarità per il cantiere aperto sulle ceneri di villa Attena dove si è dato corso alla costruzione di 18 appartamenti in pieno centro cittadino, sul centralissimo corso Umberto I. E' stato respinto, infatti, il ricorso della ditta Ipodema, titolare del cantiere finito anche al centro di un'indagine giudiziaria da parte della procura del tribunale di Nola, su disposizione del pm Giuseppe Visone. Una maxi colata di cemento realizzata al posto di una villa monofamiliare, attribuita al noto architetto del fascismo, Marcello Piacentini, che un tempo era di proprietà di una facoltosa famiglia del territorio. Un cantiere che, secondo i giudici che hanno accolto il ricorso del noto magistrato Lydia Orsola Spiezia, è stato aperto sulla base di atti e dichiarazioni false, che hanno consentito un notevole aumento di volumetria dei vani che in origine erano di gran lunga inferiori.
Con una variante in corso d'opera si è usufrito persino del 35% di aumento di volumentria calcolato sullo stato dei luoghi preesistente dichiarato di dimensioni superiori rispetto alla realtà. Una lottizzazione, dunque truffaldina, che ha spinto la procura di Nola ad aprire un'inchiesta che vede coinvolte varie persone a vario titolo. Nei giorni scorsi sono scattati anche i sigilli. I magistrati vogliono fare chiarezza sulla demolizione dell'interessnte edificio abbattutto nel giro di poche ore. Ad eseguire il sequestro è stata la polizia provinciale. Ad un sopralluogo eseguito sul cantiere, infatti, è emerso una evidente anomalia sullo stato dei luoghi inerenti le strutture edili esistenti prima della loro demolizione confermando quanto denunciato dal magistrato Spiezia. Le misure descritte e dichiarate, infatti, sono risultate essere state aumentate rispetto a quelli che erano i dati reali. Gli agenti di polizia giudiziaria hanno così costatato che i grafici presentati per il rilascio del permesso di costruire erano stati inficiati da dati falsi che ampliavano i volumi del fabbricato preesistente denominato "Villa Attena", interessante esempio di architettura razionale fascista
In particolare la procura ha acquisito una mole di documentazione presso gli uffici di vari enti pubblici (Agenzia del Territorio di Napoli, Soprintendenza B.A.P.P.S.A.E. di Napoli, U.T.C. di Marigliano, S.I.T. dell’Amministrazione Provinciale di Napoli) costatando che era stato dichiarato il falso. Inevitabile, dunque, la sospensiva anche da parte del Consiglio di Stato .
La ricostruzione dell’immobile, così come dai grafici presentati per il rilascio del permesso di costruzione e sua variante, prevede la realizzazione di un fabbricato ad "L" sul corso principale cittadino, costituito da un piano seminterrato per depositi e garages, un piano terra/rialzato destinato a locali commerciali e tre piani ognuno con sei appartamenti residenziali (in totale 18 appartamenti). Una sentenza, quella del consiglio di stato, che non potrà ridare alla città un pezzo della sua storia. Inutili sono state le proteste degli storici che cercarono di impedire l'abbattimento dell'edificio sottolineandone l'importanza culturale appellandosi alla legge di tutela dei beni storici che scatta automaticamente per gli edifici costruiti da cinquant'anni. A Marigliano si stanno realizzando squallide speculazioni appellandosi alla mancanza di vincoli. La Soprintendenza di Napoli denuncia una situazione scandalosa in tal senso e la mancanza di sensibilità da parte degli enti preposti.. La cementificazione sta realizzando un nuovo business oltraggiando e cancellando la storia locale. E' avvenuto così per palazzo Montagna, palazzo Bonazzi di Sannicandro, villa Attena e per tanti altri edifici rasi clamorosamente al suolo.
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