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Cronaca Andrea America 13 ottobre 2012 23:44 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
Anch’io come tanti uomini e donne ho provato sofferenza e amarezza di fronte all’immagine choc dei giorni scorsi, del bambino di Cittadella portato via con forza dagli agenti di polizia. Un bambino trascinato via dai poliziotti davanti alla scuola con altri alunni che lo guardano dalle vetrate delle aule è una scena triste che provoca amarezza si incide nell’animo e nella mente dei ragazzi e di tutti noi. Siffatti e tristi episodi meritano giustamente l’attenzione dei mezzi di informazione e non possono non indignare anche il presidente della Camera e del Senato. Spero però che si voglia cogliere questa occasione soprattutto nel napoletano per riprendere una discussione seria sui problemi dell’infanzia violata, dei bambini solitari, dei ragazzi delinquenti, della “gioventù bruciata”.
Ma che sia davvero una discussione seria, non occasionale e approssimativa, ma impostata su analisi, ricerche, progetti, prospettive. E perché no sul modello di società- Bisogna evitare assolutamente di discettare sulla condizione inquietante dell’infanzia e dell’adolescenza, continuando a ragionare solo in termini di sermoni morali, sensi di colpa, sensazionalismi di maniera e generalizzazioni che non aiutano i bambini indifesi e non migliorano di una virgola la loro condizione. Che sia una discussione-confronto impegnativo e quotidiano capace di impegnare e coinvolgere seriamente e severamente le istituzioni locali, la scuola, la chiesa, e non solo quando “ l’incidente” capita a noi stessi o ai nostri vicini. Nei giorni scorsi ne ho visto e sentite di tutti i colori: ho sentito alcune interviste televisive e letto alcune dichiarazioni sulla stampa da parte di esponenti politici, della scuola, esperti in psicologi e sociologia.
Ho ascoltato perfino un eminente studioso che elencava, con encomiabile pignoleria, i primi quaranta diritti che a sua stima spettano all’infanzia o all’adolescenza. Secondo me sono tanti, forse troppi. O almeno, diventa enfatica descrizione l’analisi solo teorica dei diritti sanciti dalla Costituzione, dalla norma o dal senso comune pro-infanzia. Tra l’altro neanche rispettati, non promossi, spesso anzi misconosciuti e calpestati. Sulla base della mia esperienza politica e amministrativa, ho conosciuto a Napoli e nel Nolano,Mariglianese, molti ragazzi che non hanno mai acquisito il primo e più importante dei loro diritti: quello di essere, appunto, bambini o adolescenti nella pienezza dell’identità e nella contraddizione dell’età che attraversano. Ho conosciuto e conosco bambini e ragazzi ai quali, fra tante attuali e pregresse aggressioni, è preclusa la prospettiva del domani condannati come sono all’abbandono, alla legge violenta della strada,all’accattonaggio sentimentale, al rifiuto culturale dei valori della vita.
Ho conosciuto e conosco politici e amministratori napoletani e di questo territorio che trattano la questione degli adolescenti, senza amore e senza competenze, e senza rendersi conto che per i bambini di Napoli, come per quelli di Padova o di Marigliano, c’è bisogno di una grande contaminazione sociale e culturale, una totale presa di coscienza, aldilà del colore della faccia,dell’affabulazione pulita o sporca e delle condizioni economiche e culturali del nucleo a cui appartengono, affinchè possano oggi e domani affermare il loro irrinunciabile diritto di essere bambini autentici e veri. Il problema dei ragazzi va affrontato come il rovesciamento di un guanto.
Si deve intervenire direttamente con fermezza, là dove esso nasce, marcisce e si sviluppa. Nella società, meglio ancora nelle aree dell’abbandono e della povertà culturale, nelle zone degradate,nelle famiglie dissestate, nel vuoto persistente delle istituzioni, a partire da quelle deputate all’intervento sociale con e sui minori. Non escluderei la possibilità di un accordo fra i sindaci della zona per attivare l’osservatorio sulla condizione degli adolescenti. Come sede logistica sceglierei l’area della 219 di Marigliano.
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