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Cronaca Redazione 18 ottobre 2012 09:55 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
MARIGLIANO - “Miuli è ancora senza fogne e c’è un rischio gravissimo per la salute umana
e l’ambiente”. Sabato 27 ottobre manifestazione pubblica, alle 18:00, nella chiesa della
contrada da parte del comitato Miuli. Provocatoriamente come titolo della
manifestazione è stato scelto:"Non ci resta che piangere". I fondi
ministeriali, infatti, circa 2 milioni di euro si rischiano di perdere e nel
frattempo ad eseguire i lavori con i fondi pubblici dovrebbe essere la Gori che
ha avuto in gestione il servizio idrico per 25 anni in città.
Un vero e proprio paradosso dal momento che dovrebbe essere la stessa Gori in totale autonomia a
provvedere all'adeguamento della rete fognaria. Parte la petizione dei
cittadini del popoloso quartiere di
Marigliano indirizzata alla Commissione Europea e alla Corte di Giustizia
UE. Motivo? L’inosservanza delle normative comunitarie in materie di raccolta e
trattamento delle acque reflue. Per la soluzione del problema con la
costruzione di una rete di drenaggio servirebbero più di otto milioni di
euro.
Ma con le risorse disponibili si riesce appena a farne un terzo. E’ furioso
Liberato Tufano, presidente dell’Associazione <
ostaggio le amministrazioni comunali, puntando sul calcestruzzo, sperperando
risorse pubbliche e tralasciando i problemi della comunità come le fogne di
Miuli. Questo è intollerabile>> .
Il Comune, al momento, può contare solo due milioni di euro stanziati dalla Protezione civile: fondi che in origine,
peraltro, dovevano servire per riparare i danni dell’alluvione del 2006. I
danni però di quel violento cataclisma che arrecò danni ingenti all’
agricoltura, ad abitazioni, attività commerciali e a ben due chiese
monumentali non furono mai assegnati e così quei soldi sono finiti nel
calderone delle risorse inutilizzate.
Altri fondi, invece, erogati dal Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, spettavano a Marigliano
come compensazione ambientale per aver dato la disponibilità ad impiantare
sul proprio territorio depositi di eco balle. Attraverso alcune società in house
come la Sogesid dovevano arrivare 2.160.000,00 ma di quei fondi Marigliano
non vedrà, per ora, neppure un centesimo. E dopo il danno anche la beffa.
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