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Cronaca Giuseppe Monda 19 gennaio 2013 00:14 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
Previsti rincari per chi non raggiunge l'efficienza della differenziata
MARIGLIANO - Prevista per aprile 2013 la nuova tassa sullo smaltimento dei rifiuti. La Tares, il nome assegnato alla tassa, toccherà tutti i comuni italiani. Sarà solo una delle tante imposte previste per tutto il nuovo anno, e che graveranno fu quelle famiglie già messe al muro dalla crisi economica. In sostanza, a partire dal prossimo aprile, si registrerà un aumento sull’imposta dei rifiuti: lo scatto dovrebbe attestarsi attorno ai 30-40 centesimi per ogni metro quadrato dell’abitazione. Le entrate ricavate dall’introduzione dell’imposta, saranno incassate dai comuni come indennizzo per i numerosi tagli effettuati alla spesa pubblica.
Se dunque da un lato i comuni ricevono meno soldi dallo Stato, dall’altro i cittadini rifinanzieranno con la Tares le casse dei propri comuni. La situazione diventerà ancora più critica per tutti quei comuni per i quali, la raccolta differenziata, in termini di efficienza del servizio, si è attestata al di sotto del 65% per l’anno 2012. In tal caso, saranno previsti ulteriori rincari, come conseguenza di un servizio poco efficiente nel processo di differenziazione dei rifiuti. Gli ulteriori aumenti della Tares per i comuni non virtuosi, scatteranno a causa delle penalità che le aziende dei rifiuti pagano quando sverseranno l’immondizia indifferenziata in discarica. In previsione, saranno molti i cittadini che al rincaro ordinario sommeranno anche quello straordinario, conseguenza diretta di un sistema deficitario.
Da anni, ormai, il problema della raccolta differenziata dei rifiuti sembra essere diventato un’emergenza per molti comuni. Solo pochi di essi riescono a raggiungere un risultato, in termini di efficienza, che s’attesta attorno al 65% come previsto dalla legge. Con la legge di stabilità, e i conseguenti tagli alla spesa pubblica, la Tares sarà solo una delle tante trovate che camufferanno il gettito di denaro nelle casse di numerosi enti, ma alimenteranno una pressione fiscale che ad oggi è tra le più alte d’Europa.
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