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Cronaca Nicola Riccio 03 settembre 2013 00:29 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
LÂ’Associazione Libera area Nolana ricorda la Sig.ra Giuseppina, vittima innocente di camorra nel 15esimo anniversario della sua morte.
SAN VITALIANO - Era il 3 settembre del 1998. Proprio oggi ricorre il 15esimo anniversario. Tutto accadde a pochi passi da noi e precisamente a Scisciano. Una signora tornava da lavoro, si chiamava Giuseppina Guerriero, faceva la bracciante. Tutti i giorni a sudare nel proprio appezzamento di terra. Inoltre, per dare un futuro migliore ai figli, aveva iniziato a lavorare come cuoca in una pizzeria, tutto a nero, né ferie, né assicurazione, né previdenza. Aveva 4 figli, la più piccola nel 1998 aveva 14 anni. Una vita fatta di lavoro, sacrifici e famiglia, una vita come tante altre nella nostra epoca e nel nostro territorio. Quel giorno Giuseppina tornava presto da lavoro, era un giovedì.
La pizzeria chiuse prima perché in settimana lavorava poco. Giuseppina era stanca e si indirizzò verso casa. Ma quel giorno , qualcosa si ruppe. Il tempo si fermò. Di colpo. Di getto. All’improvviso . Guccini canta “ non lo sapevi che c'era la morte quel giorno che ti aspettava, quel giorno che ti aspettava... “. Aveva 42 anni Giuseppina quando cadde al suolo quella sera, uccisa per caso. Ammazzata da due killer su una moto di grossa cilindrata che si erano lanciati ad alta velocità sparando 4 colpi in rapida successione. Quei proiettili erano indirizzati a Saverio Pianese, capozona del clan Capasso. Uccisa per caso, uccisa nella guerra di altri, uccisa perché era tra quella mano che impugnava quella pistola e quel tale a cui il colpo era indirizzato. Non li conosceva, non conosceva né gli uni, né l’altro. Uccisa per caso, nella guerra di altri.
Noi la vogliamo ricordare, e lo facciamo con un Presidio inaugurato ad aprile 2013 e che porta il suo nome. Cosa fa l’Associazione Libera ? A che serve il coordinamento dei familiari delle vittime innocenti di criminalità? Serve a ricordare storie, come quella di Giuseppina Guerriero, come quella di Silvia Ruotolo , Domenico Beneventano, della piccola Simonetta Lamberti o del giovane Alberto Vallefuoco. Serve a sottolineare un impegno da parte di alcuni, quello di opporsi, quello di stimolare la società civile nella lotta alle mafie e a promuovere legalità e giustizia. Memoria ed impegno.
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