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Cronaca Vincenzo Bifulco 10 novembre 2013 20:19 Circa 5 minuti per leggerlo stampa
MARIGLIANO - Negli ultimi giorni abbiamo letto l’ennesimo articolo nel quale ci si interrogava sulla sparizione della polizza (qualora ci fosse mai stata) a garanzia dei lavori della pavimentazione del Corso Umberto I non eseguiti a regola d’arte.
Quest’ennesimo episodio lascia stupefatti in quanto evidenzia, dietro questi disastrosi lavori, l’esistenza di un mix tra incapacità e malaffare.
Ritengo che sia doveroso fare un poco di chiarezza sulla storia dei lavori che hanno portato a bruciare circa 1 milione di euro della collettività ed ulteriori centinaia di migliaia di euro per risarcimento a terzi per danni e lesioni.
La normativa di settore (d.P.R. n. 554/1999, attuale DPR n. 207/2010) è chiara al riguardo.
Essa individua le specifiche figure responsabili della progettazione ed esecuzione dei lavori (il progettista, il direttore dei lavori, il responsabile unico del procedimento, l’impresa esecutrice, il collaudatore), prescrivendo le mansioni/compiti e le relative violazioni.
Inoltre, è prescritto l’obbligo da parte dell’impresa esecutrice di stipulare una polizza di assicurazione per danni di esecuzione e responsabilità civile verso terzi (Art. 125. DPR 207/2010, art. 103 d.P.R. n. 554/1999) : “comma 1. L'esecutore dei lavori è obbligato, ai sensi dell'articolo 129, comma 1, del codice, a stipulare una polizza di assicurazione che copra i danni subiti dalle stazioni appaltanti a causa del danneggiamento o della distruzione totale o parziale di impianti ed opere, ……)
La copertura assicurativa sussiste dalla data di consegna dei lavori e termina alla data di emissione del certificato di collaudo provvisorio (e comunque dopo 12 mesi dalla data di ultimazione dei lavori).
Le polizze di garanzia sono parte integrante del contratto d’appalto e in nessun caso, in loro assenza, si può dare avvio ai lavori.
Riassumendo, la normativa di settore è stata pensata ed emanata proprio per garantire le Stazioni Appaltanti dai danni derivanti dai lavori pubblici non eseguiti a regola d’arte. In poche parole, proprio per evitare che accada una situazione simile come quella che è accaduta a Marigliano.
In tutta questa vicenda si ravvisano una serie di gravi violazioni sia di tipo civile che di tipo penale, tra le quali: la redazione di atti falsi con i quali si sono certificate cose non corrispondenti alla realtà (i primi dissesti della pavimentazione si erano registrati prima dell’ultimazione dei lavori e quindi prima del collaudo degli stessi); truffa ai danni di un Ente pubblico (art. 640 Codice Penale) ; Attentato alla sicurezza dei trasporti (art. 4320 Codice Penale), …..
L’incredulità è come sia possibile che tali reati, che hanno portato a bruciare oltre un milione di euro, siano stati coperti dalle gravi omissioni da parte della politica locale e di alcuni funzionari comunali.
L’interrogazione di alcuni ex consiglieri comunali protocollata in data 01 luglio 2013 è giunta in grave ritardo, a ben oltre 12 mesi dalla data di ultimazione dei lavori (data ultima entro cui si potevano recuperare dalla polizza i danni subiti, nel caso ci fosse stata).
La denuncia fatta dal Commissario sulla sparizione della polizza conferma una gestione poco chiara di questi lavori (incompetenza o connivenza?). In tutti e due dei casi, il risultato per Marigliano non cambia. Ho i miei dubbi che riusciremo a recuperare le somme sperperate da una possibile polizza ma le gravi violazioni individuali restano, ed è forse il caso che si faccia un po’ di chiarezza.
Sempre nello stesso articolo pubblicato giorni fa si apprendeva che il Commissario stava individuando degli “scalpellisti esperti”.
Mi sento di rivolgere un appello al Commissario. Sono convinto che sia un grande ed imperdonabile errore perseverare nel rifacimento di quel tipo di pavimentazione, “sperperando” soldi pubblici.
Il basolato, senza dubbio è un materiale di pregio storico e artistico, ma è del tutto inadeguato e pericoloso per essere utilizzato come piano viabile di un corso principale destinato a ricevere un elevato traffico veicolare (di mezzi anche di tipo pesante).
Il problema non è se lo scalpellista è bravo o meno. Il problema è che volendo utilizzare quella pavimentazione per farla durare solo qualche anno bisogna intervenire sullo strato di fondazione su cui poggiano i basolati, aumentando le sue caratteristiche di portanza. Il basolato è una pavimentazione di tipo rigida e pertanto molto sensibile ai cedimenti dello strato inferiore. Le disconnessioni della pavimentazione, insorte già nel corso dei lavori, sono riconducibili, oltre ad una pessima posa in opera, ai cedimenti dello strato di fondazione.
E’ da scellerati incamminarci di nuovo verso questa tragica direzione. Qualora ci fossero ancora soldi disponibili è il caso di provvedere a sostituire l’attuale pseudo-pavimentazione con una pavimentazione di asfalto. Il basolato potrà essere utilizzato per pavimentare marciapiedi o strade/percorsi pedonali.
Inoltre, è opportuno sottolineare che oggi, a differenza dell’epoca romana, una strada per essere aperta al traffico deve garantire determinate prestazioni. Tra di queste vi è l’aderenza che viene provata con determinate prove di laboratorio in sito (prova skid test).
Andando ad effettuare la suddetta prova sul basolato si avrà che al materiale sarà attribuita un livello di “scarsa aderenza”. Il risultato è un dato certo, dimostrabile anche in assenza di prove di laboratorio in quanto viene testato personalmente da tutti noi soprattutto durante gli eventi piovosi.
Dobbiamo, quindi, renderci conto che, continuare a mantenere una viabilità di un corso principale in basolato, oltre a uno sperpero significante di fondi pubblici, significa anche compromettere la pubblica e privata incolumità con gravi risvolti civili e penali.
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