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Cronaca Redazione 27 novembre 2013 22:39 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
Poggiomarino grida no alla pena di morte, il 30 Novembre: luci simboliche per il Monumento ai caduti
POGGIOMARINO - Il Comune di Poggiomarimo è contro la pena di morte. L’Amministrazione di Poggiomarino, guidata dal sindaco Leo Annunziata, infatti, aderisce per la terza volto consecutiva alla manifestazione nazionale“Città per la vita-Città contro la Pena di morte” e il 30 Novembre, il Monumento ai caduti in via Roma, sarà illuminato testimoniando la partecipazione all’iniziativa.
Oggi sono 1527 le città che prendono parte a questa mobilitazione, tra cui 69 capitali nei cinque continenti. Le città che aderiscono a questa Giornata, organizzando iniziative a carattere educativo e spettacolare che vedono coinvolti monumenti o piazze-simbolo ed interventi mirati alla sensibilizzazione dei cittadini. Quest'anno per la prima volta aderiscono anche: Parigi, Belgrado, Bercellona, solo per citarne alcune.
L’iniziativa è stata lanciata nel 2002, dalla Comunità di Sant'Egidio come la prima Giornata Mondiale delle “Città per la vita-Città contro la Pena di morte” (Cities For Life, Cities Against the Death Penalty):
il 30 novembre è la data stabilita per la ricorrenza scelta perché ricorda la prima abolizione della pena capitale: quella del Granducato di Toscana, il 30 novembre 1786.
L’abolizione della pena di morte e incontri per sensibilizzare al tema da sempre al centro dell’attenzione e di migliaia di battaglie.
il consigliere Daniele Avino dichiara: “ Anche quest'anno, e per la terza volta, aderiamo all'iniziativa della comunità di Sant'Egidio ribadendo la nostra contrarietà alla pena di morte. Ogni anno – incalza Avino - sono sempre più le città che aderiscono a questa importante iniziativa e siamo orgogliosi che anche Poggiomarino ne faccia parte. L’auspicio è che il coinvolgimento da parte di enti e la sensibilizzazione da parte dei cittadini possano crescere ancora e che la pena di morte venga definitivamente abolita dove purtroppo è ancora una realtà: è impensabile che nel ventunesimo secolo si debba assistere ancora a una pena di tale livello”.
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