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Cronaca Andrea America 21 maggio 2014 21:37 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
Il nuovo Amministratore Delegato Finmeccanica Mauro Moretti, è un ex sindacalista della Cgil. Dalla metà, alla fine degli anni Ottanta, eravamo insieme nella Filt, il sindacato dei lavoratori del trasporto. Moretti, comunista, proveniente dalle Ferrovie, segretario nazionale, io socialista, segretario generale della Campania. Moretti era un bravo sindacalista, equilibrato, responsabile, competente, attento alla tutela dei diritti dei lavoratori, esperto nelle trattative. Un comunista riformista, tenace e pragmatico. Un sindacalista rigido e sensibile, attento ai fattori evolutivi del mercato, alle novità tecnologiche e mai lontano dai fattori sociali. Non nascondo però che sui problemi del meridione non era molto attento.
Di certo l’improvvisa decisione di lasciare il sindacato all’inizio degli anni Novanta per ritornarsene nelle ferrovie, fu una sorpresa per tutti noi. Alcuni, ritennero che lo fece perchè gli fu preferito un altro sindacalista nella carica di segretario generale della Filt. Ma chi come noi l’aveva conosciuto e operato insieme era convinto che ritornando al lavoro nelle ferrovie avrebbe percorso una brillante carriera. Cosa che si verificò negli anni successivi, fino alla nomina al vertice dell’ente, dove ancora oggi riesce difficile rintracciare in Europa un manager-tecnico, esperto quanto lui in materia di treni. Moretti e’ un top-manager capace e preparato, come pochi altri in Italia. Viene dalla gavetta, si è fatto da sé, col lavoro, sacrifici e capacità. Non deve niente a nessuno. Sarà senz’altro un uomo del centro sinistra, ma da qui ad identificarlo come appartenente a questo o quel partito, questo o quel personaggio, oppure espressione di criteri spartitori, ce ne vuole che ce ne vuole. Moretti è Moretti, amico di tutti e di nessuno. Ma è soprattutto un manager geloso della sua autonomia. Scontroso e simpatico, umile e presuntuoso, uomo di cultura e dei conti.
E’ cresciuto in una famiglia operaia, legata ai sacrifici ed ai sani valori della vita. Da giovane ce l’ha messa tutta per studiare e laurearsi in ingegneria col massimo dei voti, per poi essere assunto tramite concorso nelle ferrovie dello stato. Avrà pure le sue conoscenze e relazioni personali con importanti leader politici del centro sinistra, ma di sicuro col suo “caratterino” non accetta interferenze, raccomandazioni e segnalazioni. E’ uno dei migliori top-manager d’Europa grazie anche alla sua ferma voglia di riscatto che l’ha sempre accompagnato nel corso della vita, seppure il carattere a volte non lo rende simpatico. Conoscendolo e alla luce dei risultai realizzati alla guida delle ferrovie sono fiducioso che riuscirà a fare cose egregie anche in Finmeccanica, anche se l’esperienza nel campo dell’industria e della difesa è completamente diversa da quella dei treni. Guidare una holding industriale di alte tecnologie, con circa settantamila addetti, è differente dai treni e dalle ferrovie.
Di sicuro però, a favore di Moretti, gioca la riconferma del presidente De Gennaro, il buon lavoro svolto dal predecessore Alessandro Pansa, nonché la presenza di alcuni ottimi tecnici e top manager alla guida delle industrie Finmeccanica, tra i quali Giuseppe Giordo all’Alenia, Daniele Romiti all’Agusta, e altri. Commetterebbe un errore però, se decidesse di giocare da solo o con i suoi “uomini” la partita difficile per la quale è stato chiamato, sottovalutando l’esperienza e il contributo dei tecnici e manager della scuola Finmeccanica. Da napoletani e meridionali lo stimoleremo ad avere un occhio attento alle industrie campane a partire dall’Alenia di Pomigliano, Nola e Capodichino.
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