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Cronaca Redazione 07 aprile 2015 17:39 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
Si sospetta che dietro il trafugamento delle ostie ci sia il mercato nero dellÂ’occulto.
MARIGLIANO - Ostie consacrate trafugate durante le omelie religiose. A denunciarlo dal pulpito è il padre guardiano del convento francescano di San Vito, fra Salvatore Vilardi, durante le funzioni religiosi pasquali.
"Con grande disinvoltura insospettabili fedeli si confondono con la massa, si avvicinano all’altare al momento della comunione ed una volta ricevuto il “Corpo di Cristo”, tolgono dalle mani l’ostia consacrata per metterla in tasca e rubarla" rivela fra Salvatore durante le omelie pubblicamente allo scopo di mettere al corrente tutta la comunità dei fedeli e gli altri parroci.
Sotto accusa la pratica che si è diffusa negli ultimi anni di prendere l'Eucaristia in mano anziché in bocca come è avvenuto per secoli secondo una tradizione consolidata e ora messa in discussione per motivi igienico sanitari.
Si sospetta che dietro il trafugamento delle ostie ci sia il mercato nero dell’occulto. I satanisti per effettuare i loro macabri riti, tramite persone che fanno la comunione, si procurano ostie consacrate per le quali sono disposti a pagare anche oltre cento euro l’una. Dalla chiesa furti anomali sono all'ordine del giorno. In un primo momento scompariva soltanto l’acqua santa dalle pile marmoree poste all’ ingresso dell’edificio. Adesso sono addirittura le ostie consacrate che finiscono al centro di riti esoterici che verrebero perpetrati in alcune masserie poste ai margini della città nei pressi di Somma Vesuviana.
Nota
Chiarimento
in merito all'invito, rivolto dai Frati Minori ai numerosi fedeli accorsi presso la Chiesa di San Vito in occasione delle celebrazioni pasquali, ad evitare di ricevere l'Eucaristia sulle mani. Ci tengo a sottolineare, in quanto Guardiano della Fraternitá e Rettore, che nella Chiesa di San Vito non si è verificato alcun furto di Ostie, anche se noi frati abbiamo avvertito l'esigenza di rivolgere ai fedeli l'invito a ricevere la comunione sulla lingua per evitare eventuali abusi e profanazioni dell'Eucaristia.
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