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Cronaca Redazione 04 giugno 2015 00:08 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
Il Collettivo Utopia:"staZIONe UtOpiA_marigliano: DOVE ERAVAMO RIMASTI E DOVE SIAMO ARRIVATI?!?".
MARIGLIANO - Continua la querelle tra Il Collettivo Utopia, che gestisce l’area dell’ex Circumvesuniana, battezzata staZIONe UtOpiA, e il confinante ing. Domenico Monda, che si sente minacciato dalla presenza di tanta gente che frequenta il luogo. Questo il contenuto della lettera, nella quale il Collettivo Utopia denuncia nuove irregolarità
"Allora, eravamo rimasti all’articolo contro il collettivo utopia firmato con il nome dell’ingegnere Vincenzo Domenico Monda, pubblicato sulle pagine del sito marigliano.net. A questo ha fatto seguito un altro episodio: decine e decine di volantini, sono stati buttati nell’aiuola, ancora una volta contro il collettivo utopia che da più di un anno raccoglie adesioni e propone iniziative nel progetto autonomo di riqualificazione dello spazio dell’ex circumvesuviana di Marigliano.
Stanchi delle infamie e delle menzogne decidiamo di rispondere presentando una querela per diffamazione presso la Procura della Repubblica di Nola nei confronti dell’ingegnere Monda che, intanto, piazza due telecamere che non puntano ai confini della sua proprietà ma sull’area recuperata. Anche i rami delle piante che partono dal giardino dell’ingegnere continuano a crescere invadendo l’area adiacente.
Stufi, perplessi e spazientiti, noi del collettivo utopia presentiamo un esposto alle autorità comunali competenti denunciando le irregolarità del vicino: oltre alle telecamere e alle piante, nell’esposto il collettivo utopia denuncia anche la presenza di una sbarra abusiva che non permette la libera circolazione nell’area.
Niente cambia. E allora decidiamo di sollecitare: sul comune veniamo sballottati da un ufficio all’altro fino a quando riusciamo a sapere dal sub commissario Carmine Mancinelli che anche l’ingegnere Monda aveva fatto alcune richieste al comune in merito alla sua idea di protezione dell’area.
Come sarà finita? Eh si! Questo non l’avevamo ancora visto: il privato cittadino, autorizzato dal comune, colloca fari e faretti sullo stabile dell’ex circumvesuviana (di proprietà pubblica) per illuminare a giorno ogni cosa e ogni persona e sostituisce la sbarra abusiva con nuovi paletti a chiudere uno spazio pubblico per salvaguardare i suoi interessi privati e le sue infondate paure.
Ecco come è andata a finire: le richieste di una delle due parti, così come le aveva definite il sub commissario, vengono soddisfatte mentre quelle di un’associazione di liberi cittadini stanno ancora lì ad aspettare.
Ma poi di cosa stiamo parlando? Di quali parti? Un gruppo di persone che cerca di recuperare e restituire al vivere quotidiano un posto prima abbandonato e un signore che preferiva vivere circondato dall’immondizia e dalla noncuranza e che con il suo inspiegabile potere (chissà di quale natura!) riesce ad ottenere che le sue illegalità diventino autorizzate.
Queste sarebbero le parti di cui parliamo? E la terza parte? Quella di un’amministrazione assente e distratta che preferisce tutelare un privato a discapito del pubblico, quella che è pronta a far spegnere impianti, posare strumenti e bloccare un’iniziativa culturale e invece chiude gli occhi o gira lo sguardo quando le macchine parcheggiano sulle strisce pedonali, bloccano i passaggi per disabili e a volte salgono sui marciapiedi per friggere frittelle.
I paletti e le luminarie del vicino sono belle e piazzate, le telecamere continuano a spiare passanti, abitanti e frequentatori dell’area recuperata, le macchine e i furgoncini fanno degli spazi dedicati ai pedoni uno slalom di ostacoli da evitare, le foglie attaccate a quei rami che sporgono sono ancora tutte lì: ma dove siamo arrivati?
Tanto prima o poi, spazzeremo tutto via noi.
Per sostenere i progetti di staZIONe UtOpiA visita il sito
Per maggiori informazioni:
collettivoutopia@bruttocarattere.org
Collettivo Utopia"
Nela foto come era e come è adesso la Stazione
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