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Cronaca Giuseppe Monda 08 giugno 2015 12:28 Circa 5 minuti per leggerlo stampa
Un altro duro manifesto affisso in città, ma alcuni residenti,presunti firmatari, si dissociano
MARIGLIANO - La rivalutazione dell’ex stazione Circumvesuviana di Marigliano ribattezzata con il nome Utopia, lo stesso del collettivo che si è impegnato per ridarle il giusto decoro, continua a tenere banco stavolta per un manifesto indirizzato ai cittadini e che si scaglia contro un presunto tentativo di “occupazione” della stazione da parte del Collettivo stesso, che secondo il manifesto, ha l’intento di dar vita ad un Centro Sociale.
Il manifesto, firmato RESIDENTI, segue a tutti gli effetti la rotta anti-Utopia segnata dal confinante Ing. Domenico Monda, che si era già espresso in merito con un articolo su marigliano.net, e da alcuni volantini anonimi che testimoniavano il disagio nei confronti di chi frequentava l’area ripulita.
Eccone il Testo: “Cittadini di Marigliano, i giovani di Stazione Utopia vogliono occupare la vecchia stazione circumvesuviana in c.so Vittorio Emanuele per Creare un Centro Sociale. Tutti sanno che i centri sociali comportano :
Questi sono problemi di pubblica sicurezza, di politica e quindi spetta ai politici candidati ad amministrare Marigliano a dire quale destinazione intendono dare alla vecchia stazione.
La pulizia del piazzale e la cura della aiuola serve per distrarre dal tentativo di occupare la stazione mettendo tutti davanti al fatto compiuto. Noi RESIDENTI stiamo vigilando che ciò non accada”.
L’indignazione per il manifesto è subito sfociata sui social dove i residenti stessi di C.so Vittorio Emanuele, indignati, si sono dissociati da quanto espresso nel manifesto. Secca e senza dubbio significativa è stata la risposta di Sabatino Montano che abita a pochi passi da Stazione Utopia.
“Il collettivo utopia, spiega il dott. Montano, nel settembre 2013, notando lo stato di abbandono in cui versa l’area ex circumvesuviana di Marigliano, chiede al comune una convenzione per la gestione dello spazio.
Dopo circa quattro mesi e diversi appuntamenti con l’ufficio tecnico, riesce facendo pressione, a ricevere prima una determina e poi a leggere il documento di convenzione.
La convenzione incarna tutta l’ipocrisia, l’arroganza e il disinteresse di un’istituzione che, lontana dal territorio e dalle esigenze delle persone che lo abitano, non è disponibile a instaurare una relazione costruttiva con un’associazione indipendente.
Con la convenzione, infatti, il comune ha il coraggio di chiedere ciò che non ha fatto in questi anni: pulizia quindicinale, sorveglianza e responsabilità dell’area, pagamento dell’assicurazione per eventuali infortuni, affermando che questi contratti sono standard e che non possono essere personalizzati. In realtà attraverso una semplice ricerca su internet, troviamo diverse convenzioni per le aree verdi, instaurate da altri Comuni con varie associazioni, che invece prevedono agevolazioni e sostegno al fine della cura e del miglioramento del territorio.
E’ evidente, quindi, che il comune con questo atteggiamento, tende a demoralizzare chi vuole partecipare alla crescita del proprio territorio. Chi intende “coprire i buchi” che l’amministrazione comunale per mancanza di tempo, attenzione e personale, oltre alla troppa burocrazia, non riesce mai a svolgere.
Nonostante ciò, il collettivo utopia decide di agire lo stesso e in modo autonomo e autofinanziato comincia a pulire l’area e a dotarla di un arredo minimo, per restituire allo spazio la sua funzione sociale che l’articolo 42 della costituzione prevede e obbliga per ogni bene, sia esso pubblico che privato”.
“Non sono incline alle polemiche, continua ancora il Dott. Montano, ma mi sembra che l’autore o gli autori di un manifesto affisso ILLEGALMENTE alle pareti dell’ex stazione, non abbiano partecipato mai alla vita sociale e collettiva degli eventi politici accaduti tra gli anni ’60 e ’80 con i centri di destra e sinistra con tutti i loro propositi buoni e cattivi.
Orbene, senza dilungarmi ulteriormente,
1. DIFFIDO ufficialmente chiunque abbia avuto la cattiva idea a inserirmi nella lista dei residenti dissidenti senza avermi almeno consultato e quindi cancellare il mio nome se inserito in un elenco fittizio. Non sono stato avvicinato o interpellato da nessuno in merito alla faccenda. Abito di fronte al luogo in questione e SONO FERMAMENTE SCHIERATO A FAVORE DEL COLLETTIVO.
2. Non esiste alcuna occupazione di edificio pubblico e men che meno di spazio pubblico. Infatti non ci sono transenne o altri impedimenti che vietano l’accesso all’area pubblica.
3. Sono stati installati paletti non si sa da chi e a quale scopo, visto che vietano l’accesso ai disabili in un’area pubblica. Di questo dovranno darne spiegazione l’Ufficio tecnico, la Polizia Municipale sempre che abbia affettuato un sopralluogo e non ultimo il Commissario Prefettizio.
4. Ci sono rami che fuoriescono da una privata abitazione a ridosso dell’area in oggetto che infastidiscono la permanenza e che per legge devono essere eliminati.
5. Non mi risulta personalmente che in quello spazio ci siano tutte le sciocchezze raccontate sul manifesto.
6. C’è una videocamera installata in una proprietà privata confinante con la ex Vesuviana e puntata direttamente sull’edificio ex Vesuviana e sullo spazio ad essa antistante. Mi sembra di essere ad Alcatraz. Ma al di là di tutto ciò e per quanto leggo sul manifesto, non mi va di essere associato a tossici ladri e farabutti ogni volta che mi soffermo in quell’area. Per cui DIFFIDO il proprietario della suddetta a puntarla solo ed esclusivamente sulla sua propietà privata”.
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