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Cronaca Sanità Maria Capasso 27 luglio 2015 23:23 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
MARIGLIANO - Quando entrammo nel Verna nel '98 noi giovani Giovanni Marigliano, eravamo in preda a quella insana passione che ti fa amare ogni respiro delle tue radici e che ti spinge a guardare con ardore ogni angolo che in qualche modo ti appartiene. Un amore totale che chi non è amante del proprio territorio non potrà mai comprendere. Respiravamo i profumi della cultura e della storia che con nostro immenso dolore era stata oltraggiata e violentata. Lo scenario che si presentò ai nostri occhi era straziante. Il convento era stato oltraggiato a più riprese.
I nostri passi diventarono improvvisamente incerti, temevamo di varcare la soglia della chiesa. Ma il sentimento religioso fu più forte di ogni timore. La nostra fervente fede ci faceva battere il cuore come un tamburo. Gli occhi erano socchiusi. Oltrepassammo il sagrato delll'insula monastica e fu qui che il dolore si intensificò. Maledetti profanatori. Volevamo gridare, ma la voce rimase muta, soffocata dall'indifferenza silente del mondo circostante. Il mondo era fatto di gente: ma questa gente dov'era? Eravamo nel cuore del centro storico, tra finestre napoletane chiuse e la voce dei passanti in sottofondo. In questo clima dove ognuno si fa i fatti suoi gli ossari dei Santi Fortunata e Liberato erano stati strappati violentemente dai loro posti .
Giacevano a terra tra i materiali di risulta del cantiere edile. Non c'era, però, più traccia delle spoglie mortali dei Santi. Le urne erano vuote Che fine avevano fatto? Chi mai poteva avere interessi sui resti di due poveri martiri dimenticati dalla pietas collettiva? Come si può sbarrare le porte della chiesa e dimenticarsi dei Santi? Chiedemmo spiegazioni all'allora primicerio che non seppe darci risposte e che però affettuosamente e con occhi luminosi ci mostrò le bolle papali che accertavano l'autenticità delle spoglie mortali di quest due santi che per ironia della sorte sono stati relegati tra i minori per colpa dell'insensibilità che sembra essere diventata un male incurabile in questa città.
Le bolle papali per fortuna sono conservate nella chiesa Collegiata. Si le bolle, ma i resti? Che fine avevano fatto. Indagammo, ci consumammo a pensare. Bene, l'ipotesi più accreditata fu che erano finite nei materiali di risulta del cantiere edile. Ma com'è possibile? Per giorni sul caso spinti dall'inchiesta giornalistica condotta ci lavorarono anche i reparti speciali dei carabinieri, ma non si venne a capo di niente. Il giallo resta, come sembra ancora oggi tutta contornata di giallo e di mistero la vicenda del Verna.
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