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Cronaca Vincenzo Esposito 06 settembre 2015 21:55 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
Migliaia di persone in piazza per dire no alla violenza in memoria di Anatolij, l'eroe ucraino che con la sua tragica morte ha spezzato il muro del silenzio. Il Vescovo De Palma -"Basta illegalità ed omertà . Ognuno di noi contribuisca a migliorare il territorio" -FOTO-
CASTELLO DI CISTERNA - "No alla violenza. Grazie Anatolij". E' il messaggio dell' amministrazione comunale immortalato su uno striscione che campeggia all'ingresso della chiesa e che accoglie la folla spontanea che arriva nella chiesa di san Nicola. In prima fila c'è anche la comunità ucraina, con il vice console ucraino, che piange un proprio fratello che ha dato lezione di legalità e di alto senso di giustizia in una terra straniera troppo spesso ostile con gli immigrati. Sono i più piccoli a guidare il corteo insieme alla bandiera ucraina e a quella italiana che camminano a braccetto lungo le vie cittadine.
In marcia ci sono migliaia di fiaccole che sperano di far luce in quel muro di silenzio e di vigliaccheria costata la vita ad Anatolij. Intanto in segno di lutto i locali restano chiusi e in una Castello di Cisterna avvolta in un silenzio surreale sfilano anche le autorità civili, militari e religiose e le associazioni. Ci sono anche tante persone provenienti dall’area nolana, mariglianese e vesuviana che in segno di solidarietà sono giunti nel piccolo comune alle porte di Pomigliano d'Arco da sempre messo a dura prova dalle roccaforti dello spaccio e dell'illegalità.
Rompe il silenzio il vescovo Depalma:"Il gesto di Anatolij ci deve spingere a riflettere sul concetto di “straniero” oggi più che mai attuale anche alla luce di quanto sta accadendo nel Mediterraneo. Troppo spesso il termine straniero viene utilizzato in maniera impropria. Sono tutti delinquenti? Capiamo ora cosa significa generalizzare? Siamo qui oggi a parlare di un cittadino ucraino che ci ha insegnato il senso della vita, non ha sopportato la prepotenza e l’ingiustizia e per questo ha pagato con la vita." Segue un interminabile applauso e la commozione dei connazionali della povera vittima. Ci va giù duro il vescovo Depalma:“Oggi tutto il territorio è unito. Che si intraprenda la strada della comunione d’intenti per dire basta ad illegalità ed omertà. Basta al silenzio. Ognuno di noi, con i propri mezzi, sia voce dell’altro, contribuisca a rendere il territorio un posto migliore”.
In marcia c'è anche l'associazione Libera area nolana “Siamo qui perché Anatolij Korol ci spinge a costruire un mondo migliore , un mondo nuovo. Tutta questa folla vuole dimostrare che é ora di dire basta , che é ora di alzare la testa e di non soccombere più . Quelle del killer e della vittima sono 2 storie diverse incrociatesi qualche giorno fa a colpi di revolverate". E continuano da Libera:" Due visi diversi , il primo è un padre di famiglia che ha cercato di fermare un'ingiustizia, il secondo è un insolente e tracotante esponente della camurria locale, figlio del boss Ianuale". E i seguaci di don Luigi Ciotti fanno sentire forte il loro dissenso da un lato per ricordare la vita di Anatolij Korol , la sua famiglia , il suo gesto , il suo essere italiano nonostante non lo fosse. Dall'altro per ricordare che il secondo è figlio di un sistema economico-socio-culturale che , come dice Colangelo, porta solo alla morte o al carcere. In questo periodo di bailamme sugli immigrati , dobbiamo tenere bene a mente chi é il reale nemico di questa terra ".
Da sempre i nemici numeri uno sono la montagna di merda e l'omertà. La città e le istituzioni lo sanno bene che non basta una fiaccolata per debellare la cancrena e le mentalità distorte che hanno portato le coscienze ad affogare sotto il peso della violenza in questa cittadina, che si fa i fatti suoi per non vedere. Anatolij invece non amava la cecità, amava la giustizia quella che non si piega alla violenza e che sa che la forza della legalità, se unita e compatta, è più forte di ogni forma di mafia.
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