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Cronaca Redazione 07 febbraio 2016 00:02 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
Freddato sotto casa per la guerra tra clan rivali per il controllo delle piazze dello spaccio. In questo quadro sarebbe maturato l'omicidio di Francesco Esposito.
MARIGLIANO - I killer lo hanno atteso sotto casa e a distanza ravvicinata hanno fatto fuoco. Un solo proiettile è bastato per fare fuori il 33enne, Francesco Esposito, pregiudicato. Il suo non doveva essere un avvertimento, ma un’esecuzione spietata e senza via di scampo. Si sa che in questi ambienti vige la spietatezza e che nessuno se ne importa se le vittime hanno figli piccoli e mogli a carico. Francesco aveva due figli uno di 12 anni e l’altro di sette anni e dormivano dentro casa quando il papà è caduto sotto il fuoco dei killer, esamine e in una pozza di sangue.
Esposito negli ambienti malavitosi era diventato un personaggio scomodo, da eliminare. Il suo omicidio andrebbe inquadrato in quella lotta frenetica che si sta scatenando per il controllo delle piazze dello spaccio. Qui tra contrabbando di sigarette e droga, la situazione sta sfuggendo di mano e i clan si stanno ricompattando finendo nelle mani di giovani dal grilletto facile che non ci pensano due volte a far fuoco.
E a mezzanotte di venerdì si è tornato a sparare facendo scattare di nuovo il panico e il terrore in questo quartiere del post sisma del 1980, dove le bocche restano cucite e la gente si barrica in casa. Qui se viene qualcuno da fuori viene sorvegliato a vista e la notizia si diffonde subito di bocca in bocca. Che la situazione fosse critica le forze dell’ordine già lo sanno e proprio qualche settimana fa in un vano ascensore furono trovate armi e munizioni. A che dovevano servire? Per fare una rapina? Sparare all’occorrenza? Di certo la situazione è difficile in questo quartiere nato proprio con una cattiva stella radunando tutto il malessere sociale.
Facendo i dovuti distinguo, povertà, criminalità e spaccio sono all’ordine del giorno e anche le emergenze sono continue. Ma era da tempo però che non si uccideva, avvertimenti ce ne erano stati a raffica all’indirizzo di altri pregiudicati gambizzati o colpiti da spari alle finestre. Ora però questo omicidio ha messo in evidenza che la situazione è diventata di nuovo incandescente e che bisogna stare all’erta. Alla ribalta torna la questione sicurezza e si chiede un intervento del prefetto per scongiurare una nuova scia di sangue. Si punta a costituire una task force atta a porre un argine alla criminalità piccola o grande che sia. Marigliano non vuole passare come la città dove si spara.
In serata è trapelata la notizia, che ci sia stato un arresto, che in qualche modo è legato all’omicidio di Francesco Esposito. Le bocche degli inquirenti, comunque, restano rigorosamente cucite. Domani ci saranno sicure novità sull’omicidio.
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