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Cronaca Redazione 09 febbraio 2016 23:16 Circa 1 minuto per leggerlo stampa
Nuova protesta degli operai oramai senza stipendio da 40 mesi. Solo sei mesi fa il gesto estremo del lavoratore Salvatore Bottiglieri. Urgono soluzioni tempestive
MARIGLIANO - "Vogliano condannarci a morire. Da 40 mesi siamo senza stipendi. Dimenticati da tutti. Ci umiliano". Sale di nuovo la tensione nel sito di ecoballe di Boscofangone. Due lavoratori nella prima mattinata sono saliti sulle montagne di rifiuti e non sono affatto intenzionati a scendere.
"Siamo ridotti alla fame insieme alle nostre famiglie. Facciamo un lavoro a rischio e finora abbiamo garantito il servizio per non creare danni alla salute della popolazione. Si vergognassero tutti". A fargli eco anche gli altri 10 lavoratori addetti anche al controllo del percolato.
Cinquantaseimila tonnellate di rifiuti che vanno monitorate per evitare danni irreversibili all'ambiente e alla salute pubblica. Lavorano al buio gli operai senza luce nelle tenebre delle campagne mariglianesi alle pendici delle montagne di Polvica, dove di sera fa veramente paura.
Sono dipendenti del consorzio unico di Bacino di Napoli e Caserta dimenticati da 40 mesi, Mediamente dovrebbero riscuotere una busta paga con 1350 euro al mese e invece, che non vedono un euro. Ora sono passati alla linea dura. Hanno occupato l'impianto e fuori ai cancelli hanno messo uno striscione dove annunciano la loro vertenza.
Intanto le organizzazioni sindacali hanno dichiarato lo stato di agitazione e annunciato un presidio sotto gli uffici della Regione Campania. Ad incrociare le braccia oltre ai lavoratori di Marigliano anche quelli di Paenzano, 1 e 2, Tufino, Villaricca e Giugliano. Si tratta di siti gestiti dalla Sapna dove sono impegnati i dipendenti del consorzio Unico di Bacino Napoli -Caserta.
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