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Cronaca Redazione 11 aprile 2016 23:40 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
"Trovate un posto in un ospedale con la rianimazione per nostro fratello che nei mesi scorsi si buttò sotto un convoglio della Circumvesuviana. Pesa poco più di trenta chili e non può essere operato in una struttura senza rianimazione. Non ne uscirà vivo". --- FOTO ---
MARIGLIANO - “Medici siate umani. Accogliete nostro fratello in una struttura ospedaliera idonea con la rianimazione”. A lanciare l’appello è Enza Siciliano, sorella di Pasquale Siciliano, il cinquantenne che cinque mesi fa in preda alla disperazione e ad una crisi depressiva si lanciò sotto un convoglio della Circumvesuviana di via Vittorio Veneto.
“Pesa appena trenta chili, gli è stata già amputata una gamba –spiegano addolorati i familiari- e adesso deve subire un nuovo intervento chirurgico. E’ ridotto ad una larva umana: è alimentato dal naso perché ha subito lo schiacciamento delle vertebre . Lo mettessero in condizione di vivere ancora. Non lo abbandonate. Ci sarà pure qualcuno che ha un cuore nella Sanità della Campania?”.
Lotta per la vita Pasquale. Le sue condizioni di salute sono veramente precarie. Dopo aver subito l’amputazione della gamba destra, ora avrebbe bisogno di un nuovo intervento all’attaccatura della stessa gamba, ma i familiari temono che non ce la farà. Dalla taglia 48 che indossava Pasquale è diventato scheletrico. Non riconosce più neanche i familiari e pesa poco più di una trentina di chili. Dopo essere rimasto per circa due mesi alla clinica di Santa Maria del Pozzo nei giorni scorsi è stato trasferito all’ospedale Maresca di Torre del Greco.
“ Qui i sanitari –racconta la sorella Enza Siciliano- ci hanno detto chiaro e tondo che bisogna operarlo urgentemente di nuovo al lato destro perché presenta un’infezione. Siamo sicuri che nostro fratello non ne uscirà vivo. L’ospedale non è attrezzato con una sala rianimazione. Ma poi dovrebbero fargli prendere qualche chilo in più prima di metterlo sotto i ferri. Come farà con un fisico così compromesso a vivere? Gli dessero almeno da mangiare con le sacche artificiali. Neanche quello. Il suo corpo è straziato”.
Una storia davvero drammatica quella di Pasquale. Separato e con due figli che vivono lontano, Pasquale è solo e affetto da anni da schizofrenia affettiva. Qualche anno fa di fronte ad una bolletta della spazzatura di importo esagerato rispetto alle sue possibilità si introdusse nel comune di Mariglianella e bruciò la stanza del sindaco Felice Di Maiolo. Un gesto disperato di un uomo abbandonato da tutti e alle prese con una patologia cronica di origine nervosa.
Quella mattina che si lanciò sotto il treno doveva andare al centro diurno che lo seguiva e invece all’improvviso, e tra il terrore dei viaggiatori, urlò:”Basta non ce la faccio più. Adesso mi butto". E si lasciò cadere davanti al treno in arrivo. Una scena agghiacciante che resta indelebile nella mente dei presenti. Adesso le sorelle chiedono aiuto a tutte le istituzioni affinché a Pasquale venga riconosciuto il diritto a vivere. “ Per tre mesi nell’ospedale Cardarelli, Pasquale – dice Enza - pur non avendo una gamba aveva mantenuto il suo peso, ma dalla clinica di Santa Maria del Pozzo è uscito un altro Pasquale: ripeto uno scheletro”.
Davanti a queste strazianti immagini ci deve essere qualcuno, che si muove a compassione. Aiutiamo Pasquale. Aiutate Pasquale. Diamogli un’altra opportunità.
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