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Cronaca Sanità Maria Capasso 01 giugno 2016 22:42 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
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MARIGLIANO - Tutti a favore del restauro. Il portone ligneo della chiesa di San Marcellino va recuperato e ripristinato così com’è. Lausdomini dice “no” agli sprechi, al cattivo gusto o nuovi, fastosi manufatti. La porta di notevoli dimensioni, a due battenti, che serve come entrata principale della chiesa matrice nel cuore dell’antico borgo di Lausdomini, non deve essere sostituita ma restaurata e riportata all’originale splendore da ditte specializzate.
E’ unanime il coro di voci che si alza dai cittadini. In tempo di crisi e ristrettezze economiche, la parola d’ordine è: recupero e restauro dell’esistente. Sono già tanti i fondi raccolti per l’opera lignea che si presenta particolarmente imponente e arricchita di elementi decorativi a punta di diamante. Sul piatto sono disponibili già 8228 euro provenienti da offerte e donazioni ma, per avere un quadro dettagliato, bisognerà attendere i diversi preventivi che saranno effettuati da ditte qualificate a livello nazionale, così come richiesto dalla Soprintendenza per le belle arti di Napoli e provincia, che già da alcuni anni tiene sotto osservazione il sito culturale.
«Non credo sia solo un questione economica –sostiene il professore Luigi Monda - La comunità vuole il recupero del portone esistente per un senso di affetto, di identità, di legame con il suo passato. Il portone della chiesa incarna bene l’immagine di questa gente: semplice, umile ma allo stesso tempo massiccia, tenace e difficile da buttare giù».
Da quasi 20 anni, purtroppo, il portone della chiesa di San Marcellino è privo di adeguata manutenzione. La sua esposizione alle intemperie ed agenti atmosferici lo ha messo alla prova con sole, pioggia, caldo e freddo. Il legno andava da tempo preservato e verniciato perché resistesse ai raggi del sole, ai colpi e all’usura. In tanti anni, però, nulla è stato fatto. Oggi si presenta in un preoccupante stato di conservazione con piccole alterazioni e deformazioni fisiche. All'esterno lo strato corticale risulta piuttosto degradato. La superficie lignea è alquanto scarnita a causa della mancanza di un'adeguata protezione. La parte interna del portone è stata soggetta poi a diverse riverniciature mediante smalti sintetici oramai in via di deterioramento. Mancando anche una costante protezione della superficie sul fronte esterno si sono create piccole fenditure e danneggiamenti dovuti alla penetrazione di acqua. Bisogna, perciò, intervenire.
Ammaliati dalla massificazione e dal consumismo, alcuni cittadini avevano proposto di buttare via il portone storico, realizzato a mano da sapienti artigiani, e sostituirlo con un sfarzoso portone in bronzo massiccio lavorato industrialmente dal costo di oltre 50 mila euro. La proposta però è stata subito bocciata. I Lausdominesi si sono espressi quasi con un plebiscito: bisogna intervenire con urgenza ma solo con un restauro filologico, che dovrà essere eseguito soltanto da esperti. Incompetenti o tappabuchi improvvisati saranno messi al bando, dunque.
E’ per il restauro e contro qualsiasi forma di stravolgimento anche lo storico Giovanni Villano: «San Marcellino non è la basilica di San Pietro: è la chiesa di un borgo rurale che nel suo passato ha vissuto momenti di grande floridezza. L’opera è un pezzo della memoria collettiva, come dimostrano già le foto degli anni Sessanta, deve perciò essere restaurata. A differenza, poi, di opere kitch, di dubbio gusto e che mal si inseriscono nelle architetture antiche, il portone è un manufatto sobrio, discreto e ampiamente storicizzato, tutelato dalla Soprintendenza che, in qualsiasi caso dovrà approvare i lavori».
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