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Cronaca Sanità Maria Capasso 22 luglio 2016 20:18 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
MARIGLIANELLA - Dal Napoli di Vinicio a quello di Maradona passando per Higuain. La sua non era una semplice passione, ma febbre del Napoli, amore al di sopra del risultato. All’epoca per chi non poteva andare in trasferta c’era la radiocronaca sportiva e Cicetto ne ha rotte di radio scaraventandole a terra quando il Napoli perdeva o gli arbitri punivano ingiustamente. Il suo amore era talmente al sopra di ogni comprensione che spesso di domenica davanti ad un noto circolo ricreativo di via Parrocchia, che ora non c’è più, cadeva a terra svenendo.
Sembrava andasse in trance lasciando increduli e stupiti coloro che non potevano capire. Erano tanti quelli che non capivano cosa lo potesse legare in una maniera così inusuale al Napoli, alla sua bandiera e a quei colori azzurri del ciuccio che portava scolpiti nell’anima. Confesso che non capivo. Si può amare così la squadra del cuore? Cicetto poteva, anzi era costretto ad amarla dalle sue pulsioni naturali. Grande lavoratore e umile persona per questa sua passione incantò anche i dirigenti aziendali dell’Alfa sud che nel ’72-’73 gli regalarono un biglietto per assistere alla partita in trasferta contro il Cagliari. Cicetto ci andò e viaggiò con tutta la squadra insieme allo storico allenatore Vincio.
Da allora ne divenne la mascotte. Chi non conosceva nella curva B e tra i tifosi Cicetto? Partiva di domenica con il treno della Circumvesuviana e tornava a fine partita portando a casa i risultati e se il Napoli vinceva la bandiera sventolava per tutto il percorso: da via Roma passando per la piazza Vittorio Veneto fino ad arrivare a casa, a corso Umberto I. . Anche i giornalisti sportivi gli dedicarono parecchi articoli. L’ultima volta lo ricordo quando busso’ con molta umiltà a casa mia chiedendomi di scrivere un articolo per il calcio ritrovato a Mariglianella, dopo che la squadra locale fu interdetta per comportamenti violenti ad opera di qualcuno.
Io giovane cronista alle prime armi fui caricata di un gran peso e quello fu il primo pezzo di sport che scrissi e che rimane indelebile nella memoria. Redigere un pezzo calcistico per chi non è tifoso è difficile, ma la sua immensa fede mi ipnotizzò e le mani volarono sulla tastiera. Cicetto non amava la violenza, amava il calcio e apprezzava i sacrifici degli sportivi locali e li sosteneva come meglio poteva accrescendone l’autostima. Allora c’era un attivo club dei tifosi e si condividevano gioie e dolori legati allo sport. Chi non ricorda le sue sfilate a capo dei ragazzi quando il Napoli di Maradona vinse i due scudetti, la coppa Uefa, la coppa Italia e la super coppa italiana?
Che grande Mariglianella, era la Mariglianella dello sport autentico e della condivisione, dove ci si voleva bene tutti e si era pronti a stringersi in un grande abbraccio collettivo. Valori tramontati che se ne vanno con questo ultimo grande tifoso morto all’età di 82 anni. E chi non ricorda Cicetto anche nel centro anziani, impegnato a sostenere le attività del compianto presidente don Pasquale Ricci, entrambi pronti e attivi nel sociale con azioni super partes, non legati a nessuna fazione o etichetta. Ciao Cicetto. Alla tua famiglia va tutto il cordoglio.
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