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Cronaca Vincenzo Esposito 26 novembre 2016 13:59 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
MARIGLIANO – Era il 14 Novembre quando, su richiesta della Procura di Roma, i finanzieri della Compagnia di Nola eseguirono 7 provvedimenti restrittivi nell’ambito di un’operazione legata al tema “falsi incidenti stradali”. L’indagine parte da Roma , determinata dalla più ampia operazione Jordanus, attività che ha permesso di fare luce, negli ultimi anni, su un ampio sistema fraudolento legato a sinistri fittizi.
Nella specifica occasione, furono destinatari delle misure interdittive di sospensione della loro attività : Il giudice Attilio Altamura in carica presso l'Ufficio del giudice di Pace di Marigliano, gli avvocati Roberto Chiavarone, Nunzio Cerciello e Maria Cristina De Vivo, nonché il consulente tecnico Francesco Rea ed il medico Salvatore Duraccio.
Si sono svolti lo scorso lunedì gli interrogatori di garanzia. Dopo il confronto il Gip di Roma, Maddalena Cipriani ha esesso un’ordinanza il 23/11/2016, dove revoca le misure restrittive comminate in precedenza. Per il giudice di Pace Attilio Altamura è stato anche revocato l’obbligo di presentazione alla P.G. Come si legge nel dispositivo : “Quanto a De Vico Cristina Maria il fatto contestato alla predetta è relativo ad una frode alla compagnia assicurativa che è contestata per avvenuta al luglio 2011. Rilevato che il difensore della De Vivo depositava il fascicolo relativo al procedimento civile instaurato da Altamura Attilio, ed in cui la De Vivo era difensore, dal quale emergeva che l’incidente stradale che secondo l’imputazione è stato artatamente creato, è avvenuto il 22.10.2009, e la prima richiesta risarcitoria alla compagnia assicuratrice è stata inoltrata l’11 novembre 2009 [..] il fatto è ad oggi prescritto. Va revocata la misura adottata nei confronti di De Vivo Cristina Maria” Per lo stesso episodio viene revocata anche la misura relativa ad Altamura Attilio, nonostante non sia stata presentata istanza di revoca.
Per quanto riguarda la posizione di Duraccio Salvatore e Cerciello Nunzio, i difensori hanno evidenziato come entrambi siano stati –“per i fatti oggetto del procedimento pendente presso l’A.G., rispetto ai quali le imputazioni costituiscono un stralcio, già precedentemente sottoposti a misura interdittiva – Sottolineata la mancanza del requisito dell’attualità [..] –“I due hanno quindi già subito un congruo periodo di sospensione delle loro rispettive attività ”.
Insussistenza anche per il particolare caso legato all’Avv. Roberto Chiavarone ( difeso dal penalista Giampiero Pirolo) e dell'Ing. Francesco Rea ( difeso dall'Avv. Giovanni Conti). Elementi utili sono stati forniti durante la fase di interrogatorio : E’ emerso un astio che il Marsilia aveva verso l’avvocato Chiavarone – si legge nel dispositivo – motivo che secondo la prospettazione del Chiavarone lo avrebbe indotto ad evidenziare le incongruenze sulle perizie disposte dal Rea nei due procedimenti rispettivamente richiamati nelle imputazioni”. Impianto retto su un unico accusatore, il perito Vincenzo Marsilia, recentemente scomparso.
Al termine della vicenda si dicono sereni i soggetti interessati che hanno manifestato la loro soddisfazione per l'operato dei magistrati Romani, ringraziandogli soprattutto per aver consentito di esporre chiaramente e serenamente le considerazioni a proprio discarico, e reiterando la fiducia nell'operato della Magistratura nel rispetto delle garanzie previste dalle vigenti normative.
Un pensiero anche per il presidio giudiziario mariglianese: “ Un presidio difficile, sottoposto a continui attacchi. Riceve doglianze quasi sempre frutto delle difficili condizioni lavorative di tale ufficio, che vede pochi giudici e pochissimo personale amministrativo, gestire un numero considerevole di cause che si concludono peraltro in tempi ragionevolmente brevi”.
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