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Cronaca Antonio Franzese 14 agosto 2017 14:14 Circa 1 minuto per leggerlo stampa
Le indagini hanno permesso di identificare gli autori delle tentate estorsioni "aggravate da finalità mafiose"
NAPOLI - Avevano imposto il versamento periodico di somme di denaro e, in alcuni casi, anche l'installazione di slot machine. Di fronte al mancato pagamento, il sodalizio passava alle vie di fatto, come è accaduto per un'attività di Napoli, a cui due persone con volto coperto da casco integrale hanno dato alle fiamme la saracinesca attraverso un innesco di liquido infiammabile.
E’ l'attività estorsiva emersa dalle indagini dei carabinieri della compagnia Stella, che hanno dato esecuzione a un provvedimento di fermo emesso dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli nei confronti di quattro persone del rione Sanità, ritenute affiliate al clan Sequino, attivo nel traffico di droga e nelle estorsioni ai danni di commercianti, parcheggiatori abusivi e cantieri edili.
Le indagini hanno permesso di identificare gli autori delle tentate estorsioni "aggravate da finalità mafiose" nonostante, secondo quanto sottolineano i Carabinieri, "il clima di omertà a cui soggiace l'intero quartiere". I provvedimenti riguardano Pasquale Amodio (di 44 anni), Francesco Grasso (50 anni), Ciro Minei (23) e Gennaro Passaretti (27), tutti già noti alle forze dell'ordine. I quattro sono stati trasferiti al penitenziario di Secondigliano.
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