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Cronaca Antonio Franzese 06 dicembre 2017 15:35 Circa 1 minuto per leggerlo stampa
L'episodio a Castellammare di Stabia il 10 settembre scorso
CASTELLAMMARE DI STABIA - Un pusher è stato picchiato perché non voleva più rifornirsi dal clan, e per lavare questa onta era partito un raid armato tra la gente.
Il fatto è accaduto il 10 settembre scorso, ma ora quella spedizione punitiva ha dei responsabili. Indagini dei carabinieri hanno portato all'esecuzione di una misura di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Napoli a carico di quattro indagati a vario titolo di lesioni personali aggravate e di detenzione e porto illegali di armi da fuoco, reati aggravati da finalità mafiose.
I militari dell'Arma sono partiti dell'accertamento che un pusher aveva interrotto l'approvvigionamento di droga da personaggi legati al clan D'Alessandro e che per punizione era stato pestato da un 20enne e da un complice. Per vendicare lo spacciatore, in un breve lasso di tempo era partita un'altra spedizione punitiva, con un raid armato nel centro città, affollato di persone come ogni domenica mattina.
Gli 'incaricati' della dimostrazione di supremazia camorristica, tutti già noti alle forze dell'ordine e uno già condannato per associazione a delinquere di stampo mafioso con sentenza passata in giudicato, erano armati di pistola in due mentre gli altri due complici avevano il compito di accompagnarli, di bloccare il traffico per agevolare il blitz e di favorirne la fuga.
Il 20enne autore del pestaggio venne ferito al piede da un proiettile e un 57enne la cui posizione è ancora al vaglio degli inquirenti da un proiettile all'addome; entrambi furono portati in ospedale e sottoposti a interventi chirurgici senza gravi conseguenze.
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