
Redazione
Franco Catalano, 48, anni senza lavoro da un anno e mezzo. Attende giustizia per un licenziamento avvenuto per impedimenti di salute. Per la società di vigilanza e per la giustizia: era improduttivo e arrecava danni all'azienda.
“Sono stato licenziato perché avevo i calcoli al rene con frequenti coliche che mi impedivano di andare a lavorare”. A parlare è Franco Catalano, 48 anni, guardia giurata ed ex dipendente della Cosmopol Spa. “Mica è colpa mia se mi sono ammalato, hanno affermato che ero improduttivo e che arrecavo problemi per le sostituzioni e costringevo altri colleghi a riposo a lavorare al mio posto. Sa ho dovuto operarmi, ho perfino le foto che mostrano i calcoli che mi hanno dovuto togliere. Ma che legge è quella che toglie il lavoro ai malati?".
Franco racconta di essere stato assunto da questa ditta nel 2015 in seguito ad un cambio di appalto inerente la vigilanza armata e che a seguire il suo caso era il compianto giornalista Luigi Necco. Già, Franco aveva ottenuto da ragazzo un lavoro grazie proprio alla stampa e alla sensibilità delle forze dell’ordine. Unico sopravvissuto nel rogo divampato in un appartamento di un’antica palazzina di via Montecalvario , nei quartieri spagnoli.
Quando accadde l’agghiacciante tragedia era il 27 dicembre del 1985: la sua famiglia rimase completamente sterminata. Le fiamme carbonizzarono la madre 56enne, un fratello paralitico 27enne e la nonna paterna . Il padre e l’altro fratello 19enne si lanciarono nel vuoto morendo sfracellati al suolo. A causa delle auto in sosta, che ancora oggi ingombrano più che mai la stradina che si insinua tra le case di questo reticolo nero di vicoli dove non batte mai il sole , i vigili del fuoco non potettero passare. I soccorsi impiegarono circa un’ora ad arrivare.
Franco allora 15enne si salvo’ perché si appese ai fili d’acciaio del bucato riuscendo ad arrivare ad un cornicione e poi ad un’abitazione. Rimase orfano, senza famiglia e fu il capo dei vigili di allora a prendere a cuore la sua situazione. A 21 anni fu assunto come guardia giurata presso una banca. Un servizio prestato onorevolmente il suo e ricco di encomi. La stessa Cosmopol nel 2015 gli rilasciò un riconoscimento scritto per il rigore e lo zelo per il servizio prestato presso il pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni di Dio di Frattamaggiore.
Catalano è ’sempre corso dove c’era da correre e spesso presso lo stesso pronto soccorso dell’ospedale ha dovuto tenere a freno anche parenti esagitati che non esitavano a picchiare guardie e personale medico. E’ stanco, sfiduciato, ha 32 anni di contributi versati e la consapevolezza che la sua è un’età in cui è difficile trovare un lavoro. Si chiede se è giusto licenziare perché la malattia gli impediva di lavorare.
Ha due figli piccoli Franco e non lo fanno lavorare da un anno e mezzo. Il suo lavoro di guardia giurata, spiega, era un servizio prestato solo di notte e al ricorso presentato contro il licenziamento un giudice gli ha dato torto perché avrebbe dedotto che si assentava dal lavoro solo quando doveva svolgere lavoro notturno .
“ In pratica secondo questo giudice ero un malato immaginario, nonostante i certificati medici e ospedalieri. E’ pazzesco, ma se lavoravo di notte solamente –afferma Franco Catalano- come si fa a dire che mi assentavo solo quando dovevo svolgere i turni notturni? Questa storia mi sta logorando. Voglio ritornare a svolgere il lavoro che ho sempre svolto onorabilmente”.
In pratica secondo i giudici che hanno rigettato il ricorso di Catalano:” La malattia non viene in rilievo di per sé, ma in quanto le assenze, anche se incolpevoli, davano luogo a scarso rendimento e rendevano la prestazione non più utile per il datore di lavoro incidendo negativamente sulla produzione aziendale”.
Una brutta storia davvero quella della guardia giurata Catalano che non dovrebbe mai accadere a nessun uomo in età lavorativa.
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