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Cronaca Redazione 24 settembre 2018 10:55 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
NAPOLI - Scoperti dalle fiamme gialle napoletane.30 casi di illecite contribuzioni a favore di un organismo di rappresentanza sindacale, avente rilievo nazionale, effettuate inconsapevolmente da imprese partenopee
In particolare, l’operazione di polizia, avviata dal I Gruppo Napoli, ha portato al sequestro di un conto corrente, del valore di circa 320 mila euro, riconducibile ad un Sindacato di lavoratori con sede in Roma, frutto di elargizioni “carpite” fraudolentemente ad imprenditori napoletani da alcuni consulenti del lavoro.
Questi professionisti, forti del rapporto di fiducia che li legava ai propri clienti-imprenditori ed attraverso alcuni artifizi, all’insaputa degli stessi, hanno dirottato somme di denaro, sotto forma di quote associative volontarie, ad un Ente nazionale di rappresentanza dei piccoli imprenditori.
L’attività investigativa scaturisce dalla denuncia di un imprenditore partenopeo, il quale, nell’analizzare i rendiconti annuali della propria azienda, riscontrava alcune anomalie con riferimento al costo del personale dipendente, in relazione a dei versamenti ritenuti anomali e non abituali rispetto alle precedenti annualità.
Gli accertamenti iniziali fatti dai finanzieri hanno consentito di accertare che il consulente dell’imprenditore denunciante, in maniera del tutto arbitraria, aveva incluso tra le spese correnti dell’impresa anche quote di natura volontaria destinate ad un Ente nazionale di rappresentanza sindacale.
L'anomalia riscontrata suggeriva agli investigatori di estendere gli accertamenti anche ad altre imprese in provincia di Napoli che, secondo i dati forniti dall’INPS Area Metropolitana di Napoli, risultavano aver effettuato tale tipo di versamento nel corso dell’ultimo quinquennio. Le indagini, che coinvolgevano 7 professionisti napoletani, hanno permesso di appurare che i rappresentanti legali delle imprese erano totalmente ignari di tali versamenti “volontari” a favore del predetto Ente di rappresentanza sindacale, mentre i professionisti indagati avevano tutti ricevuto compensi dalla prefata sigla sindacale per rapporti di consulenze e/o per collaborazione in corsi di formazione.
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