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Cronaca Redazione 10 ottobre 2018 08:38 Circa 1 minuto per leggerlo stampa
NAPOLI - Confiscati beni per nove milioni di euro ai fratelli Candurro, Giuseppe e Vincenzo, esponenti di vertice del sodalizio criminoso del “clan Misso”.
Il clan Misso è lo storico gruppo camorristico, capeggiato da Misso Giuseppe, radicato ed egemone nel quartiere Sanità a partire dagli anni ’80 e fino al 2000, che ha determinato le strategie e gli assetti criminali di Napoli.
Le indagini della DIA, che hanno preso avvio dall’analisi di operazioni finanziarie sospette e che sono state comprovate anche dalle risultanze emerse da una “Rogatoria Internazionale” con acquisizione di documentazione bancaria presso Istituti Bancari Elvetici, hanno confermato come Vincenzo Candurro, detto “Enzo 'o barbiere” (in quanto titolare, in passato, di una barberia nel centro storico di Napoli), sia diventato, nel tempo, il cassiere e uomo di fiducia del citato boss , a conforto di ciò, anche una condanna a suo carico , mentre il fratello Giuseppe si sia, invece, occupato, sempre per conto del clan Misso, del reimpiego in attività economiche di denaro di provenienza illecita .
L’odierna operazione ha portato alla confisca di 17 unità immobiliari, 7 società, di cui 3 con confisca dell’intero patrimonio aziendale), 1 rivendita di tabacchi e valori bollati nella provincia di Salerno, 8 auto/motoveicoli, 16 depositi bancari, di cui due in essere nella Repubblica di San Marino e 6 polizze assicurative per un valore di oltre 9 milioni di euro.
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