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Cronaca Sanità Maria Capasso 22 novembre 2018 09:31 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
ANGRI - La vertenza degli operai della centrale di sollevamento delle acque di Angri senza stipendio da 4 mesi e alle prese con la precarieta' occupazionale finisce al vaglio del consigliere regionale del M5S Gennaro Saiello.
Il politico del partito di Luigi Di Maio fa visita agli operai, che per accendere i riflettori sulla propria condizione, sono piu' volte ricorsi a forme di protesta estreme salendo a 30 metri di altezza, sul torrione. Uno di loro si sentì anche male, dopo una giornata passata a manifestare, giorno e notte.
Il consigliere Saiello denuncia che " i continui appelli fatti pervenire nei mesi scorsi alla Regione Campania uniti a da due interrogazioni, sulle mancate garanzie per il futuro occupazionale di 240 lavoratori dei 5 depuratori della Campania, sono purtroppo cadute nel vuoto. Il mancato appostamento da parte della Regione Campania, con la variazione di bilancio del luglio scorso, di una dotazione finanziaria per il funzionamento degli impianti, rischia di mandare al collasso il sistema di depurazione regionale, in quanto non si riesce a garantire neppure l’ordinaria manutenzione".
Saiello spiega:“Con la delibera 761, la Regione ha appostato la somma di 15 milioni di euro. Briciole, a fronte degli oltre 55 milioni necessari a garantire il funzionamento dei depuratori, una corretta manutenzione, il pagamento dei creditori oltre che degli arretrati e dei prossimi stipendi ai lavoratori e il rientro dal credito con le banche, grazie alle quali è stato possibile evitare che i cinque impianti regionali potessero fermarsi da un momento all’altro. Le vasche di depurazione sono oramai al limite della capienza e siamo oramai vicini al collasso. Servono ulteriori risorse per le retribuzioni ai dipendenti, i pagamenti ai fornitori strategici e alle ditte che si occupano di manutenzione, impossibilitate a far fronte a ulteriori anticipazioni”.
Intanto nonostante tutto i lavoratori hanno continuato a mantenere il servizio. Usano l' auto per andare a lavorare e vengono tutti da lontano. Pur non percependo gli stipendi devono sostenere le spese del carburante . Senza contare i costi che comporta mantenere una famiglia e figli. Alcuni non hanno potuto pagare le bollette della luce e gli hanno staccato il servizio. Altri hanno difficolta' a pagare i mutui della casa.
"Come si fa - dicono i lavoratori- la nostra dignita' e' stata calpestata. Finora solo fuffa per noi. I vari incontri tenuti in prefettura non hanno prodotto risultati. Abbiamo diritto a lavorare per vivere e ad essere retribuiti".
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