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Cronaca Sanità Maria Capasso 08 novembre 2020 23:05 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
MARIGLIANO - " Siamo ragazzi responsabili che si sono adattati ad ogni situazione". Non ci stanno gli studenti del liceo 'Colombo" ad essere bollati come generazione neet.
Interessanti al riguardo sono le osservazioni di Costantino De Risi, coraggioso e sensibile studente che ha cercato di difendere la platea studentesca dal fuoco di fila di commenti che fanno processi generazionali senza contestualizzare il delicato momento storico e senza fare mea culpa. Tutti tuttologi sul web.
"Volevo scrivere delle cose con la consapevolezza che possano essere lette anche da alcuni professori.
Noi abbiamo iniziato un anno scolastico in cui ci siamo dovuti adattare ai ritmi, ci siamo dovuti adattare alle nuove regole che ti impedivano di scambiare anche una penna (giuste eh), uscivano i casi la scuola sanificava e quindi apri e richiudi, siamo venuti a conoscenza indirettamente anche di altri casi all'interno del liceo e in tutto ciò noi andavamo a scuola con ansia e stress essendo che non ci stavamo capendo niente di niente.
La questione delle 6h da 45+15 che diventano 60 minuti di lezione senza essere ipocriti non è ammissibile. Non bisogna sempre contestualizzare le cose, se un trentenne a lavoro sta 7 h davanti al pc è una cosa diversa.
Lui ha 30 anni, noi 15/16/17. Lui lavora e guadagna. Noi siamo a scuola costantemente sotto verifica...se guardi in alto sei distratto, se si blocca la webcam se la prendono con noi, non ci riescono a vedere per problemi ai loro dispositivi e se la prendono con noi. Siamo costantemente sotto prova, nonostante questo momento la scuola richiede due voti orali e due scritti solo nel primo trimestre.
Almeno personalmente sono uno che ha sempre studiato. Ho sempre studiato in primis per cultura, mi piace sapere più cose di altri in un discorso e parlarne e in un secondo momento per i voti. La scuola deve essere piacere, passione. Non deve essere costrizione, oppressione. Il sistema scolastico italiano è stressante, parlano i dati.
Viene sempre messo al primo posto il programma, al secondo posto i voti e forse dopo veniamo noi in quanto essere umani. Non esiste solamente la scuola, durante la prima ondata ho riscoperto il valore della famiglia, prima al massimo riuscivo a passare un'ora con le persone a me care.
Quando ti senti dire frasi del tipo "dovete solo studiare non avete altro da fare" mentre attorno a noi tutto muta non sappiamo cosa succede e i nostri cari sono positivi...mah. Se molti genitori sono d'accordo c'è un motivo, non di certo perché " ogni scarrafone è bell' a mamma soja".
Se anche i ragazzi a cui piace la cultura iniziano a pensarla in questo modo bisogna farsi due domande e darsi due risposte.
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