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Cronaca Redazione 02 dicembre 2020 08:56 Circa 1 minuto per leggerlo stampa
ACERRA – Durante la notte i militari del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 5 indagati (3 in carcere e 2 agli arresti domiciliari) poiché gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione per delinquere, usura, estorsione e detenzione illegale di armi da fuoco, reati aggravati dalle modalità mafiose.
L’indagine, condotta dal citato Nucleo Investigativo e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, è stata avviata a seguito dell’omicidio di Mariniello Vincenzo, alias “ ‘o cammurristiello”, capo dell’omonimo clan, operante in Acerra e comuni limitrofi, avvenuto ad Acerra il 17 febbraio 2019, i cui autori ad oggi non sono stati individuati.
Nel corso delle investigazioni sono stati identificati il vertice e i collaboratori di un gruppo criminale dedito principalmente all’usura, nonché alcune delle vittime di usura/estorsione, tra cui due artigiani. Inoltre, è stato accertato il tasso usuraio applicato dal sodalizio, che variava dall’8% al 120% mensile.
È emerso dalle indagini anche che lo stesso Mariniello Vincenzo era stato fruitore di un prestito da parte di un suo sodale, arrestato con l’operazione odierna, a seguito del quale ne sarebbero derivate frizioni interne al clan. È stato accertato, inoltre, che il suocero del citato capo clan e un esponente di spicco del clan Di Buono di Acerra avevano la disponibilità di due pistole.
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