
Redazione
Il Movimento Cinque Stelle -Gruppo Consiliare del Comune di Napoli in riferimento al crollo dell’arco borbonico in Via Caracciolo dei giorni scorsi comunica: “Il 2 gennaio 2021 è crollato l’arco borbonico in Via Caracciolo, sembrava uscito indenne dopo la terribile mareggiata del 30 dicembre 2020 ma alle ulteriori intemperie del 2 gennaio 2021 l’arco non ha resistito. Riteniamo molto grave il fatto che nessuna delle autorità competenti si sia preoccupata di verificare la staticità del monumento del ‘700 partenopeo.
La necessità di un intervento urgente era già stata segnalata da ottobre 2018, perché l’incuria aveva provocato lo sfaldamento delle basi dell’arco ed era rimasto in piedi solo grazie al caso. La situazione ha continuato ad aggravarsi ed era chiaro che bastava una mareggiata per farlo crollare. Il Comune di Napoli si era limitato a circoscrivere la zona per garantire l’incolumità dei passanti sulla strada sovrastante e a febbraio 2019 la consigliera delegata al mare annunciava i lavori di messa in sicurezza finanziati dalla Città Metropolitana.
La Soprintendenza aveva diffidato con le note di febbraio e ottobre 2019 rimaste senza risposta e a maggio 2020 l’autorità portuale ad intervenire con urgenza per il restauro e il consolidamento del luogo di “eccezionale valore artistico e storico” che versava in condizioni statiche precarie. Infine a settembre 2020 sono state montate le impalcature propedeutiche alla messa in sicurezza ed al restauro del cosiddetto arco borbonico, che però si sono rivelate inutili e inefficaci.
“Purtroppo neanche il Sindaco”, riferiscono i portavoce comunali del Movimento Cinque Stelle, Marta Matano e Matteo Brambilla, “né i vari Assessori con deleghe alla cultura, al mare ed all’urbanistica si sono prodigati per ottenere un’accelerazione dell’avvio dei lavori.
Speriamo che tutte le istituzioni coinvolte si attivino per salvare una testimonianza di grande valore storico lavorando in sinergia perché ora è necessario procedere urgentemente al recupero dei massi caduti in acqua per effettuare il restauro dell’arco innanzitutto. Inoltre ci auguriamo che sia fatta chiarezza sulle responsabilità della dirigenza dell’Autorità portuale e di tutti gli enti coinvolti”.
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