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Cronaca Paolo Isa 21 gennaio 2021 18:11 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
Nuovi protocolli per la riapertura, passaporto dei vaccinati. Proposti nuovi orari: aprire la sera nelle zone gialle e pranzo in quelle arancioni.
Ristori, sostegno ai dipendenti, fisco, liquidità. Nelle 13 cartelle del documento sanitario presentato da Fipe-ConfCommercio e Fiepet-Confesercenti al Ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli per uscire dalla crisi . Analisi sullo stato del comparto e su proposte tecniche per la ripresa: rafforzare i protocolli di sicurezza, ascoltare il parere degli scienziati e cominciare a riaprire anche la sera nelle zone gialle e almeno di giorno in quelle arancio quei locali che per superficie e garanzie possono essere considerati “sicuri”. All'incontro erano presenti anche i sindacati dei lavoratori Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, a conferma della più ampia rappresentatività del comparto.
Priorità alle vaccinazione di tutti gli addetti dei pubblici esercizi e prevedendo, un passaporto dei vaccinati per frequentare liberamente i locali covid free.
La riunione, al Ministero dello Sviluppo economico, presieduta dal sottosegretario Alessia Morani, tra i vertici di Fipe Confcommercio e Fiepet Confesercenti ed alcuni componenti del Comitato tecnico scientifico assistiti da rappresentanti dell’Inail e dell’Istituto Superiore di Sanità.
"Restituire la dignità al settore dei Pubblici esercizi, attraverso un piano ben definito che conduca a una riapertura in sicurezza dei locali". Una riapertura anche graduale, purché stabile e in grado di garantire l’effettiva possibilità di lavoro a 300mila imprese, che negli ultimi 12 mesi hanno registrato circa 38 miliardi di euro di perdita di fatturato.
“Nonostante gli investimenti già fatti dagli imprenditori del settore – spiegano Fipe e Fiepet - siamo disponibili a implementare i protocolli sanitari, coinvolgendo anche il Comitato tecnico scientifico, con l’obiettivo di riprendere l’attività serale di ristorazione nelle Regioni gialle e dare la possibilità ai locali di restare aperti almeno sino alle 18 nelle zone arancioni”.
Nel 2020 il mondo della ristorazione è rimasto chiuso in media 160 giorni, mentre le imprese di catering e i locali di intrattenimento hanno di fatto perduto l’intero anno. Ecco perché – proseguono le associazioni di categoria – è essenziale rafforzare le misure economiche a sostegno del settore, a cominciare dal decreto ristori Quinques, rivedendo i meccanismi di calcolo dei contributi a fondo perduto su base annua. Non solo. È indispensabile esentare i Pubblici esercizi dal pagamento dell’Imu 2021, prolungare gli ammortizzatori sociali fino al termine del periodo di crisi, intervenire sulle locazioni commerciali, prorogando di altri 4 mesi il credito d’imposta e incentivando i locatori a ridurre i canoni ed estendere a 15 anni il periodo di ammortamento anche dei prestiti fino a 800mila euro garantiti dal Fondo Centrale di garanzia. Provvedimenti straordinari per far fronte a un’emergenza straordinaria, che rischia di far scomparire un settore che dà lavoro a 1,2 milioni di persone e rappresenta una componente essenziale della filiera agroalimentare e dell’offerta turistica del nostro Paese”.
“Serve ingranare una marcia diversa – concludono Fipe e Fiepet -, che inverta la stessa impostazione di principio riservata in questi mesi al settore dei Pubblici Esercizi, vittime di un rating reputazionale massacrato dalle insinuazioni sulla sicurezza e dalla classificazione di attività “non essenziali. Le nostre imprese non sono interruttori, ma da sempre tengono accesa la luce in tutto il Paese: oggi meritano questo rispetto”
Apertura e disponibilità da parte del Ministro Patuanelli che ha ritenuto condivisibili le considerazioni e le richieste fatte dalle associazioni. Il Ministro ha inoltre dichiarato di aver già richiesto un tavolo di confronto con il Ministro della Sanità e con il CTS per discutere sulle modalità di ripartenza del settore intervenendo sui Protocolli Sanitari, ha condiviso l’ipotesi di un commissario straordinario che gestisca lo stato di crisi del comparto, e ha confermato lo stanziamento di ulteriori ristori perequativi e progressivi, rapportati alle perdite di fatturato dell’intero anno 2020, mentre per l’esercizio 2021 si procederà inizialmente riprendendo le vecchie modalità utilizzate per gli indennizzi a fondo perduto.
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