28/03/2024
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Cronaca Redazione 01 marzo 2021 22:43 Circa 7 minuti per leggerlo stampa
MARIGLIANO - Nel team dei 13 scienziati selezionati per supportare gli studi durante la missione Mars 2020, c’è anche un’italiana, la dottoressa Teresa Fornaro, che proprio come noi, è stata una studentessa del Liceo Colombo di Marigliano. La ricercatrice dell’Osservatorio Astrofisico di Arcetri di Firenze, è stata scelta dalla Nasa per guidare uno dei tre gruppi di ricerca che analizzerà i dati della sonda Perseverance, che la sera del 18 febbraio si è posata su Marte.
«Il mio gruppo di ricerca studierà i dati provenienti dal Rover e cercheremo di rivelare molecole organiche che possano essere considerate come indicatori di vita passata» ha spiegato la scienziata in un’intervista.
Prima dell'ammartaggio, il rover ha eseguito delle manovre suddivise in tre fasi importanti racchiuse nei noti "sette minuti di terrore", trascorsi i quali, però, con una tensione alle stelle, si attendeva il messaggio di conferma che è arrivato dopo i dodici secondi canonici: "Touchdown confirmed!" e la sala controllo ha potuto esultare! Perseverance è su Marte e rassicura tutti con il tweet:" Sono al sicuro su Marte. La perseveranza vi porterà ovunque".
Perseveranza. La stessa che ha avuto Teresa Fornaro. La stessa che avremo noi, perché è nata dallo studio, dalla curiosità, dall’amore per il sapere.
Un uomo senza cultura è come un corpo senza anima, incapace di esprimere il proprio punto di vista. Comprendere l’importanza della cultura non è certo cosa da poco, perché gli effetti e i risultati non sono assolutamente immediati.
Ed è per questo che non bisogna mai arrendersi, mai mollare, bisogna andare fino in fondo. Perseveranza. Partire dal nulla, immaginare, agire d’anticipo prevedendo i rischi di qualcosa di molto più grande di noi, sicuramente non è da tutti. Ciò che stupisce è la determinazione nell’esperimentare, ritentando senza mai mollare, spinti dalla volontà di scoprire l’inimmaginabile, di poter contribuire a conoscere l’immenso che ci circonda ma che non vediamo ad occhio nudo, qualcosa che ci rende così piccoli.
La nostra Dottoressa è la dimostrazione che, nonostante quello in cui si crede possa apparire fin troppo distante, con l’impegno e la dedizione si possono raggiungere grandi risultati. L’universo per noi è una serie di “perché?”: dobbiamo, però, cercare le risposte e non solo porci domande, tentare qualcosa, anche se dovesse rivelarsi il più tremendo degli errori, è decisamente meglio del non averci provato.
Quando si costruisce una casa, si è costretti a far da subito i conti con un fatto singolare: il mattone più difficile da collocare non è il più pesante, il quale richiede fatica maggiore, o il più fragile, che potrebbe facilmente sgretolarsi, ma il primo. Ogni gesto, ogni azione, è determinata nel suo incessante fluire già a partire dal suo incipit, così come quella di un fiume è osservabile in base al tipo di sorgente. In quest’ottica, riteniamo che per Teresa Fornaro arrivare, seppur indirettamente, sul pianeta rosso, sia stato non più difficile dell’eseguire un lavoro di introspezione, del leggere attraverso la serratura del suo cuore quando, poco più che bambina, ha dovuto scegliere il percorso educativo da seguire.
Lei, materia grezza, è stata plasmata dalla sua stessa volontà e dall’ausilio dei suoi docenti. Non bisogna mai sottovalutare il valore dell’istruzione, ed è bene ripeterlo per quanto possa sembrare ovvio e scontato: un processo di crescita individuale fallimentare rischia di imbrigliare una persona, ancorarla al suolo e tarparle le ali. Il rapporto tra individuo ed educatore, invece, dovrebbe essere di simbiosi, di scambio reciproco. L’insegnante non deve porsi in modo dispotico, ma essere disposto egli stesso ad imparare: la prima cosa da insegnare ad uno studente è il modo di interfacciarsi con la disciplina affrontata, compito che non si potrebbe adempiere se non ponendosi, innanzi tutto, allo stesso livello di importanza dei propri alunni.
L’autorità e l’autorevolezza, sul piano delle quali istruente ed istruito non sono equiparabili, sono ben diverse dal concetto di importanza: da tal prospettiva, essi sono uguali, ed un uomo di cultura non deve comportarsi come un muro, ma come un ponte, permettendo al sapere di arrivare per poi essere trasmesso e diffuso. Bisogna render merito all’impegno e al valore di Teresa Fornaro ma anche al percorso di formazione che ha potuto svolgere. I docenti del Liceo Colombo hanno avuto il ruolo che hanno i petali di un fiore bellissimo: hanno protetto lo stigma facendo da scudo rispetto alle avversità del mondo esterno, permettendo a quel fiore di maturare e sfoggiare tutta la sua bellezza, amplificandola. L’apprendimento, come l’insegnamento, è un’arte, un processo, che ha bisogno di continuare ad esistere e di essere tramandato.
Malcolm X ha detto: ‘’La scuola è il nostro passaporto per il futuro, poiché il domani appartiene a coloro che oggi si preparano ad affrontarlo”. Esprime appieno il fine ultimo della scuola: prepararci al futuro, renderci persone migliori. Che cos’è infatti la scuola se non il luogo in cui ognuno di noi si forma? Che cos’è la scuola se non il nostro biglietto da visita? La scuola è una delle poche Istituzioni che esiste sin da quando l’uomo si è civilizzato, perché sin da subito si è capito che l’uomo doveva essere formato, occorreva indicargli la strada giusta affinché potesse diventare autonomo e ragionare con la propria testa. La scuola, infatti, prima di essere fonte di erudizione, crea menti in grado di dire la propria e di sviluppare senso critico.
Non è un caso se, storicamente, per centralizzare il potere nelle proprie mani e avere il maggior numero di consensi possibili mediante semplicemente opere di propaganda, i dittatori si sono preoccupati di diffondere il proprio credo tra i giovani studenti nelle scuole. La scuola è libertà di pensiero, libertà di parola, nonché l’Istituzione che permette di dare una spina dorsale solida ad ogni sognatore. Dunque, perché la scuola è il nostro passaporto? Perché ci permette di esprimerci e di comprendere determinate dinamiche, oltre a garantirci un futuro. La Scuola è anche l’Istituzione che ti forma per vivere nella società, è il luogo in cui si comprende l’humanitas, quella coscienza culturale che è frutto dell’incivilimento, che è capacità di distinguere e apprezzare ciò che è bello e conveniente, è il luogo che offre una solida base ideale, etica, ad una generazione futura il cui bisogno di ordine non si traduca in ottuse chiusure, cui il rispetto per la tradizione non impedisca l’assorbimento delle altre culture. La scuola è l’Istituzione che permette di realizzare sogni, che prende quando serve e dà se la prendi sul serio, che è fonte di sofferenza ma che ripaga ogni sacrificio fatto.
Merita una menzione particolare la nostra Scuola, il nostro Liceo. Il Liceo Cristoforo Colombo, è numericamente approvato, partorisce menti in grado di intraprendere e terminare con lode qualsiasi carriera universitaria. Questo è il frutto del lavoro dell’intero corpo docente dell’Istituto, del Dirigente Scolastico, nonché di tutti i Presidi che nel tempo si sono succeduti. Teresa Fornaro, infatti, incarna perfettamente le speranze di un qualsiasi giovane studente del Liceo che aspira a occupare una posizione di rilievo nel mondo del lavoro. Il fatto che questa giovane scienziata sia passata per la nostra Scuola, certifica che essa è in grado di guidare gli studenti, formarli e renderli consapevoli dei propri mezzi.
Per quanto ci riguarda, il Liceo ci ha regalato dei docenti in grado di renderci pronti ad affrontare qualunque Facoltà universitaria vorremmo scegliere, che ci hanno seguito e guidato nelle nostre scelte, nonché formato come persone. Sebbene questo sia il nostro ultimo anno, ci sarà sempre qualcosa del Colombo in ognuno di noi.
GLI ALUNNI DELLA 5ª A SCIENTIFICO
Albarano Raffaele
Barra Sara
Cirillo Carola
Lauro Felice Pio
Longo Cesare
Maienza Pierpaolo
Minale Anita
Romano Antonio
Romano Sebastiano
Savino Annalisa
Spedaliere Anna
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