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Cronaca Paolo Isa 27 settembre 2021 17:47 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
Il Papa e il presidente della Pontificia Accademia per la Vita, monsignor Vincenzo Paglia
Il Papa riceve in udienza i partecipanti alla plenaria della Pontificia Accademia per la Vita. L'appello perché "ci sia sempre un sistema sanitario gratuito": la sanità gratuita e accessibile a tutti "aiuta a superare le disuguaglianze". Poi l'invito a lottare contro il Covid, tenendo però conto delle tante situazioni di emergenza nel mondo: malattie, povertà, condizioni sanitarie precarie che provocano ogni anno "migliaia di morti evitabili
Non c’è solo il Covid con il logorio generale che ha provocato in tutto il mondo. Ci sono anche Paesi dove la precarietà della salute è all’ordine del giorno, dove regnano ingiustizie e disuguaglianze, dove mancano cibo e acqua potabile e si muore per condizioni igienico-sanitarie ai limiti della sufficienza. E c’è quella “cultura dello scarto” dominante che porta a “scartare”, appunto, bambini e anziani, passato e futuro di una società. È un invito ad ampliare lo sguardo verso le sofferenze del mondo, il discorso che il Papa rivolge ai partecipanti alla plenaria della Pontificia Accademia per la Vita, dedicata al tema “La salute pubblica in una prospettiva globale. Pandemia, bioetica, futuro”.
La crisi pandemica ha fatto risuonare ancora più fortemente tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri. Non possiamo essere sordi a questo duplice grido, dobbiamo ascoltarlo bene!
A questo grido, il Papa aggiunge quello delle tante “vittime della cultura dello scarto”: “C’è lo scarto dei bambini che non vogliamo ricevere, con quella legge dell’aborto che li manda al mittente e li uccide direttamente. E oggi questo è diventato un modo ‘normale’, una abitudine che è bruttissima, è proprio un omicidio”, afferma, discostandosi dal discorso scritto.
Dopo i bambini, ci sono gli anziani che, dice Papa Francesco, “sono un po’ materiale di scarto, perché non servono”. Invece “sono la saggezza, sono le radici di saggezza della nostra civiltà e questa civiltà li scarta”. Contro di loro si muove quella che il Papa definisce una “eutanasia nascosta”:
“Le medicine sono care e si danno la metà soltanto. E questo significa accorciare la vita degli anziani”
E qui il Papa ripete la sua "inquietudine", perché "ci sia sempre un sistema sanitario gratuito: non perdere i Paesi che l’hanno, per esempio l’Italia e altri, che hanno un bel sistema sanitario gratuito, non perderlo, perché al contrario si arriverebbe a che soltanto nella popolazione soltanto avranno diritto alla cura della salute soltanto coloro che possono pagarla, gli altri no". E questa "è una sfida molto grande. Questo aiuta a superare le disuguaglianze".
Ben venga, dunque, “l’impegno per un’equa e universale distribuzione dei vaccini”, ma tenendo conto del campo più vasto in cui si esigono “gli stessi criteri di giustizia, per i bisogni di salute e promozione della vita”.
Sicuramente “non è un compito facile” esaminare le numerose e gravi questioni emerse in questi ultimi due anni, ammette il Papa; “l’inflazione di discorsi” suscitati dalla emergenza Covid ha portato ad una sorta d’insofferenza collettiva: “Quasi non vogliamo più sentirne parlare e abbiamo fretta di passare ad altri argomenti”. Eppure, dice il Papa, “è indispensabile riflettere con calma per esaminare in profondità quanto è accaduto e intravedere la strada verso un futuro migliore per tutti”.
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