Politica
Redazione
13 giugno 2005 14:33
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EPISODI DI RESISTENZA A MARIGLIANO
Dal dvd sulla Resistenza del Liceo Imbriani
Un presidio di soldati tedeschi insediato nellÂ’edificio della scuola elementare controllava e coordinava le batterie antiaeree.
Il 17 settembre 1943, una ventina di quei soldati del 48° artiglieria di Nola, che sei giorni prima erano stati disarmati dai tedeschi e abbandonati a se stessi, si trovavano a Marigliano in attesa di tempi migliori per ritornare ai propri paesi d’origine, forse in Sicilia.
I Mariglianesi li avvertirono della presenza dei tedeschi nel paese e quelli si dispersero per i vicoli. Ma uno di essi, uscendo dal vicolo
S. Antonio incappò in una pattuglia tedesca: in un lampo lo assalirono uccidendolo e devastandone il cadavere. Gli altri, esasperati da quell’atto di barbarie teutonica, con l’aiuto anche dei civili, cominciarono a fare fuoco contro i tedeschi che si rifugiarono nella scuola dove erano accampati e temendo il peggio alzarono
una bandiera bianca promettendo di andarsene prima di sera. Di lì a poco arrivarono altri tedeschi con camion e carri armati, liberarono i commilitoni asserragliati nella scuola e occuparono tutto il paese. I soldati italiani scapparono per i campi. Dopo alcuni giorni il
Podestà D’Alessandro gira per le case invitando tutti ad un comizio. Al comizio sono già pronti i tedeschi che prendono i più validi e li caricano sui camions per vendicare, forse, l’aiuto che i Mariglianesi avevano dato ai soldati nello scontro a fuoco del 17. I razziati vengono convogliati
verso Pomigliano e verso Acerra. Nella zona di
bosco Fangone e a
Faibano gruppi di contadini si organizzarono in bande armate con lÂ’intenzione di respingere i Tedeschi quando sarebbero venuti a prendere le vacche prima e gli uomini poi. Un giovane handicappato,
Giuseppe Matrisciano di Alfonso, tornando dalla campagna con un fascio dÂ’erba sÂ’imbatte in una pattuglia tedesca: vedendoli fa dei gesti con la bocca, congeniali al suo handicap, ma offensivi per i tedeschi che non perdono lÂ’occasione di rispondere con la violenza delle loro armi: Giuseppe Matrisciano
viene falciato a colpi di mitra . Il suo corpo resta sul ciglio della strada fino a sera. Nei registri anagrafici il solerte e zelante funzionario
Guido Esposito (detto Viola) ne registrò la morte al
1° ottobre 1943 senza indicarne la causa violenta: forse per lui era “naturale” essere ammazzato a 19 anni dai tedeschi.
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