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Politica Sanità Maria Capasso 07 giugno 2018 19:23 Circa 4 minuti per leggerlo stampa
POMIGLIANO D'ARCO - Parte dalla sua città la sfida per il rilancio economico attraverso la sinergia tra Stato e Imprese. Leonardo Finmeccanica è un'eccellenza, ma c' è anche tanta sofferenza lavorativa ed economica.: “Più lavoro, meno leggi e nessun aumento Iva. Le clausole di salvaguardia saranno disinnescate. E per quanto riguarda le linee europee, è bene che si sappia che noi teniamo alla tenuta dei conti, ma teniamo anche al bene dell’Italia e degli italiani.
E se vogliamo portare avanti progetti economici dobbiamo contrattare con Europa le condizioni che l’Italia non può più sostenere, dicendo anche dei no. Non bisogna andare in Europa con la clava a minacciare, ma spiegando che l’Italia pretende di essere rispettata e trattata come gli altri. Il tempo degli “Yes man” è finito. Ora è iniziato quello degli italiani protagonisti”.
E’ un fiume in piena il vicepremier Luigi Di Maio. Aveva scelto la sua città Pomigliano d’Arco per ringraziare l’elettorato della schiacciante vittoria riportata alle politiche. Ha bissato il vice premier e ministro allo sviluppo economico Luigi Di Maio incontrando operai e mondo dell’impresa proprio a Pomigliano d’Arco. Da questa terra dov’ è partito dal basso insieme ad un manipolo di attivisti del M5S, da questa terra dove veniva guardato con diffidenza e chiamato dai politici locali “ 'O guaglion”.
Lo mettevano fuori dai Consigli Comunali insieme agli altri attivisti e lo facevano generalizzare perché voleva riprendere i lavori dei parlamentini locali e persino la stampa faceva fatica a dargli voce. Nessuno immaginava il sorprendente cambiamento in atto e che la rivoluzione culturale sarebbe partita dal basso, proprio dal territorio delle grandi fabbriche, che ha fatto sempre la differenza in termini di lotta operaia. Una terra cara al vice premier Luigi Di Maio che la conosce palmo, palmo e che nell’umiltà si sta facendo portavoce delle sofferenze della gente.
Dopo la fiducia al governo si è precipitato nella sua città per portare solidarietà in ospedale, a Nola, all’operaio licenziato che si era cosparso di benzina sotto la sua casa. "Signora Paola (la mamma del vicepremier) chiamate Luigi": Mimmo Mignano, esasperato dopo la sentenza della Cassazione, ha tentato il gesto simbolico per difendere il diritto alla satira politica e alla dignità. In corsia in ospedale c’era anche don Peppino Gambardella, da sempre dalla parte degli operai pomiglianesi. Ad attenderlo a Nola anche altri lavoratori che gli hanno sottoposto il loro dramma lavoro. Il triangolo Pomigliano-Acerra- Nola è un territorio difficile, depresso e vittima delle ecomafie.
Luigi Di Maio arriva nello stabilimento Leonardo alle 7.10. Con lui, l'ex capo della polizia, Gianni De Gennaro e Alessandro Profumo, rispettivamente presidente e amministratore delegato della fabbrica che due giorni fa ha celebrato la costruzione della fusoliera numero 1500 per gli aerei. Il vice premier incontra gli operai e i sindacalisti: stringe le mani e ascolta anche gli operai della multinazionale casertana con 800 posti di lavoro a rischio. Luigi Di Maio è stato sempre così fin dalle origini, ha sempre prestato ascolto a tutti, in particolare agli ultimi. Parla di sinergia tra Stato e Imprese per mantenere i livelli occupazionali e creare nuove opportunità di lavoro. E’ consapevole che bisogna lavorare sulle infrastrutture e che non si creano cattedrali nel deserto che nascono solo per accaparrarsi i fondi pubblici. Bisogna parlare di Italia per riacquistare centralità. “Leonardo Finmeccanica ha un ruolo strategico nell’industria aeronautica civile –commenta Luigi Di Maio- ma c’è anche tanta sofferenza”.
Sulla politica estera si dichiara disposto a dialogare con tutti e a mantenere i rapporti che ci sono sempre stati, anzi a rilanciarli, restituendo orgoglio alla Nazione. La ricetta: è un’Italia unita da nord a sud.
“Il Nord – dice Di Maio - da solo non ce la fa, se non cresce il Sud. Il lavoro lo creano le imprese grandi e piccole, che nel mezzogiorno hanno una grande funzione sociale. I fondi europei per il Sud li gestirà il ministro per il Mezzogiorno, che è anche quello con la delega alla Coesione territoriale, retto da Barbara Lezzi”. Le premesse ci sono tutte. Ora bisogna dare al governo la possibilità di decollare.
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