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Politica Sanità Maria Capasso 21 marzo 2019 23:03 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
MARIGLIANO - Il Comune interviene sulla vicenda ex villa Attena in merito all’articolo apparso nei giorni scorsi su marigliano.net dando una propria versione dei fatti.
"Nei giorni scorsi è apparsa su alcune testate giornalistiche una ricostruzione della vicenda ex villa Attena con imprecisioni rilevanti circa il contenuto dell'ultima sentenza del Consiglio di Stato. L'articolo riferisce innanzitutto di un presunto errore di calcolo della volumetria in eccesso, afferibile al Comune, nonché di conseguenti errori nella procedura seguita dallo stesso Comune.
Ricostruendo la vicenda giudiziaria, con sentenza n°5598-2017 il Consiglio di Stato annullava il permesso di costruire concesso alla società Ipodema Srl per fatti riconducibili solo ed esclusivamente alla proprietà. Di conseguenza il Comune dava esecuzione alla sentenza con ordinanza di demolizione n°105/2018. La proprietà richiedeva, allora, un permesso in sanatoria ai sensi dell'art.36 D.P.R. 380/2001 per una parte dell'immobile, e per un'altra parte ai sensi dell'art. 38.
L’ufficio tecnico comunale, dal canto suo, contestava alla parte un errore nel computo dei volumi e invitava la società Ipodema Srl a indicare l'eccedenza secondo parametri prestabiliti, quantificandoli e qualificandoli precisamente. Successivamente la proprietà calcolava correttamente i volumi (1002,09 mq), identificandoli compiutamente e integrava la richiesta ex art.38 estendendola all'intero fabbricato.
La richiesta è attualmente in fase di istruttoria.
L’ultima sentenza (R.G. n. 1945/2018), contrariamente a quanto sostenuto negli articoli, non entra nel merito della demolizione della struttura, bensì decide sulla richiesta della dott.ssa Spiezia di ottemperanza alla prima sentenza e dichiara inammissibile il ricorso della stessa, in virtù del fatto che il Comune aveva già dato esecuzione alla sentenza del 2017, e nulla osservava in merito alla correttezza della procedura seguita dal Comune stesso, il quale aveva adottato l’ordinanza di demolizione n. 105/2018, da nessuno mai impugnata.
Di conseguenza risulta evidente che nella citata sentenza non sia stato mosso alcun rilievo nei confronti del Comune di Marigliano, sia con riferimento al computo dei volumi che alla procedura seguita”.
Non si chiarisce però ai cittadini la vicenda politica e quali provvedimenti saranno intrapresi in merito ai metri cubi abusivi individuati dal Consiglio di Stato nella prima sentenza. Quanti mesi sono trascorsi da allora? La questione riguarda la legalità urbanistica. Nessuna parola poi sull’ occupazione abusiva del suolo pubblico, determinata dai manufatti che hanno provocato un restringimento dei marciapiedi riservati ai pedoni e ai disabili. La seconda sentenza dice che “spetta alla responsabile discrezionalità dell’Amministrazione stabilire modi e tempi dell’attività da intraprendere”. Lo scrivono dal Consiglio di Stato con sede a palazzo Spada in Roma. Abbattimenti? Acquisizione al patrimonio comunale? “ Spetta alla discrezionalità dell’Amministrazione”. La domanda sorge spontanea: “A quale Amministrazione mariglianese si riferiscono i giudici? “.
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