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Politica Alfredo Strocchia 30 agosto 2020 15:46 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
Su questo stesso giornale, qualche mese fa, un concittadino scriveva del suo piccolo sogno di una campagna elettorale che fosse "primavera degli animi", ricca di brulicanti idee e speranzosi progetti su problemi e potenzialità della città. Un sogno comune, a dire il vero, ma le cose non sono andate esattamente così.
La campagna elettorale è iniziata con un evento triste e clamoroso, che ha tinto di sospetto il passato e il seguito della scorsa amministrazione, è stata giocata più su giornali e social che nei comitati cittadini e ci ha sorpresi con l'avvento di schieramenti politici inattesi.
I programmi elettorali, letti complessivamente, citano tutti i punti possibili sulla città, dai remoti ritrovi archeologici del passato alla tecnologia di ultima generazione per il futuro. Nella forma, uno appare più striminzito, uno sembra più analitico, uno assomiglia a un vero e proprio manifesto politico. Tutti e tre battono su un nucleo di obiettivi molto simili, per non dire identici, che sono certamente specchio della simile provenienza politica dei tre pretendenti alla massima carica cittadina, nonché frutto dell'enunciazione di principi generali ormai d'obbligo per la pubblica amministrazione. Aldilà di questo uguale nocciolo duro e del sarcastico titolo dato a questo pensiero, i tre programmi si differenziano su particolari di non poco rilievo; alcuni trattano temi da altri ignorati, danno più o meno importanza ad argomenti specifici e, comunque, si dividono sul metodo scelto per il raggiungimento del target.
L'edilizia è di sicuro il tema più divisivo del momento e, quindi, su di esso si basa, purtroppo per noi, la lotta politica comunale, la quale non è però palesata con parole esplicite e, per essere compresa fin in fondo, richiede che si legga tra le righe, si ripensi agli avvenimenti degli ultimi anni e si tengano presente le manovre urbanistiche locali e metropolitane del recente passato. Ahinoi, sull'argomento, ad ora, pare lecito ogni sospetto.
Volendo essere puntigliosi, tutti programmi hanno un carattere molto tattico e tutti peccano nella mancata definizione strategica di un'identità di lungo termine per la città.
I programmi sono disponibili in bella mostra sulla home page del sito web istituzionale del Comune di Marigliano e non è mia intenzione riassumerli, perché è dovere inderogabile di ogni elettore leggerli a fondo e fargli le pulci. Il programma è l'argomento a piacere sul quale noi cittadini dovremo valutare tra cinque anni il lavoro svolto da loro candidati. Il programma va letto perché ciascuno è tenuto a votare le idee e non le simpatie, antipatie, amicizie, inimicizie e parentele varie se vuole che qualcosa, per una buona volta, cambi davvero.
Proprio come ci ricordava il cittadino citato nell'incipit, il filosofo Masullo, da poco buonanima, invitava a mettere da parte i rapporti privati (di parenti con parenti e di amici con amici) e puntare su rapporti pubblici (di cittadini con cittadini), per offrire ad una comunità la possibilità di "esprimere le proprie potenzialità e, conservando dentro di sé il proprio passato, di proiettarsi verso il futuro con un coeso e partecipato progetto".
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