
Redazione
Marigliano - "C'è una crepa in tutto, è da lì che può entrare la luce". Suonava più o meno così quella vecchia canzone, a ricordarci che la parola crisi vuol dire scelta, bivio tra un pericolo e un'opportunità, a suggerirci che il bicchiere mezzo vuoto non è solo un bicchiere mezzo pieno, ma anche e soprattutto un'occasione per riempire l'altra metà come ci pare.
L'esperienza tuttora traumatica del Covid è questo, un'enorme crisi ed un'altrettanto smisurata opportunità di imparare, migliorare e implementare nuove soluzioni per far fronte a nuovi e vecchi problemi. Abbiamo riscoperto l'importanza della sanità pubblica, della necessità che essa sia eccellente ed efficiente. Abbiamo accolto con piacere l'avvento del lavoro smart, che, seppure necessiterà di futuri correttivi, ci apre prospettive lavorative inattese. Abbiamo colto l'occasione per rivalutare la nostra cara scuola. Ah no, perdonate, ho confuso un intimo desiderio con una cruda realtà. Diciamo che avremmo potuto cogliere l'occasione di migliorare il nostro rapporto con la scuola, ma abbiamo pensato che non fosse importante, almeno non prima di tutto il resto. Intanto l'abbiamo chiusa. Ci si è palesata l’opportunità di svecchiarla non solo dal un punto di vista strutturale, bensì da quello logico-funzionale, tra le altre cose, sfruttando le potenzialità offerte dalla didattica a distanza (DaD), che consentirebbe di colmare tutte le impossibilità di lezioni in presenza, non solo in casi di catastrofi naturali tipo quella attuale, ma anche per tutte le indisponibilità dei plessi o degli alunni. La rottura di una caldaia, una necessaria derattizzazione, una mancanza d’acqua, un infortunio, una malattia prolungata, tutte occasioni in cui poter sfruttare l'ammodernamento suggerito dal Covid. Insomma, idee che dopo un anno o quasi di DaD ci si aspetta siano state ampiamente maturate dai più. Invece, permangono evidenti dubbi in merito. Così, non basta che nessuno abbia chiesto il conto di un mese perso dagli studenti (dal 23 novembre al 23 dicembre), ma si aggiunge che rumors odierni vogliano venerdì 15 gennaio l’istruzione cittadina, elementari e medie, in presenza e non, ferma per un’interruzione idrica che dovrebbe terminare alle 10 del mattino. Ci saremmo dovuti attrezzare per superare una pandemia globale e ci ferma un’ora e mezza senza acqua? Ebbene si, pare che le scuole chiuderanno prima di aver riaperto del tutto e che anche la didattica a distanza si fermerà. Sembra quasi uno scherzo, tra l'altro di cattivo gusto, ma pare non lo sia. Eppure, è accertato che i computer per la DaD non vadano ad acqua. A dire il vero, oltre alla decisione e forse più di questa, mi stupisce l'assenza di qualsivoglia interesse in merito da parte della platea genitoriale.
È evidente che per molti si tratterà solo di un altro giorno di scuola perso, in nome di qualcosa di più importante. Per me significherà sottovalutare, per l'ennesimo giorno, la madre di tutti gli antidoti, per i virus che ci sono e per quelli che verranno, la scuola.
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