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Economia Gianluigi Mautone 17 aprile 2008 22:31 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
Mentre sto scrivendo la quotazione dell'euribor a tre mesi è di 4.81 punti. Ciò significa che chi ha
stipulato i mutui nel 2004 si ritrova a dover pagare un aumento medio superiore ai 2.50 punti.
Si, perché l'euribor è l'indicatore principe a cui le banche ancorano i mutui a tasso variabile. Siccome l'euribor a
1 mese al momento è 40 centesimi di punto al di sotto, il mercato finanziario al momento non prevede ribassi di
tassi.
Non sono buone notizie per chi ha contratto i mutui negli ultimi anni, perché i rincari sono sopravvenuti nel
momento peggiore, negli anni iniziali dell'ammortamento, quando la quota capitale è ancora vicina alla somma erogata
inizialmente.
Dall'aprile 2003 a quello del 2006 i tassi di interesse dell'euribor si sono mantenuti al di sotto dei 2.61
punti, mentre per tutto il 2004 era addirittura intorno ai 2.10 punti.
Facciamo un esempio su un mutuo medio di 130.000 euro stipulato il 01/01/del 2004 con durata ventennale utilizzando
l'ammortamento francese e vediamo con le cifre cosa è cambiato per le tasche della famiglia media italiana.
A gennaio del 2004 l'Euribor a tre mesi quotava 2.12 considerando uno spread medio del'1.50% il tasso era
del 3.62% per cui la rata mensile generata era di 761.99 euro.
Giusto per far capire la differenza: oggi se una famiglia volesse contrarre lo stesso identico mutuo dovrebbe
indebitarsi ad un tasso del 6.31% (euribor tre mesi 4.81 + spread 1.50%) con una rata mensile di 954.76, cioè
192.77 euro in più al mese.
A questo punto analizziamo invece gli effetti del rincaro del costo del denaro avuto sul residuo mutuo. Al 01
gennaio 2008 il residuo ammontava a 111.355.95 che considerando i 16 anni rimanenti ed il tasso attuale genera una
rata di 922.60.
Questo vuol dire che su un mutuo di 130.000 a tasso variabile stipulato a gennaio 2004, oggi la famiglia
italiana paga 160.61 euro in più mensilmente. Ho semplificato un po' dei passaggi, ma più o meno l'aumento avuto è
superiore ai 150 euro al mese. Se pensiamo agli stipendi medi che gli italiani a fine mese portano a casa è un
aumento che incide in maniera "pesante" sulla vita delle famiglie medie italiane.
Al momento, nonostante massicce immissioni di liquidità da parte della Banca Centrale il costo del denaro
che a fine anno la maggior parte degli analisti davano in discesa sembra non fermare la propria corsa e in più
oramai tutti i giornali economici incominciano a parlare apertamente di una stretta creditizia da parte degli
Istituti bancari.
Insomma le notizie non sono affatto incoraggianti e speriamo che sul prossimo articolo possiamo riportarvi
segnali di ripresa.
Gianluigi Mautone
Per eventuali commenti g.mautone@mondofinanziamenti.it
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