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Economia Gianluigi Mautone 20 aprile 2008 22:37 Circa 4 minuti per leggerlo stampa
Spesso ricevo la seguente domanda:"per un mutuo di 100.000 euro che tasso mi fai?". E' una domanda che non può avere risposta senza una buona analisi generale, per una serie di motivi che passo ad enunciare e che spero siano di aiuto a tutti coloro che devono accingersi a richiedere un mutuo e spesso sono fuorviati da pubblicità ingannevoli.
Innanzitutto è bene sapere che il tasso è formato da un indicatore ed uno spread.
Nel caso dei mutui a tasso variabile l'indicatore principe è l'Euribor, mentre per i mutui a tasso fisso è l'IRS del periodo scelto. Lo spread invece è la percentuale di guadagno della banca erogante.
L'Euribor : è un indice che rappresenta il costo del denaro, infatti se andiamo a vedere il suo nome per esteso "Euro Interbank Offered Rate" è il tasso di riferimento per le transazioni bancarie. Quindi se una banca vuole soldi sul mercato e intende restituirli dopo tre mesi pagherà il denaro al tasso dell' Euribor a tre mesi. A secondo del periodo di restituzione verrà preso l'indicatore di riferimento. Esistono decine di Euribor, a 1 giorno, una settimana, un mese, tre mesi ecc. ma quello che deve conoscere chi richiede un mutuo è l'euribor preso a riferimento per il suo mutuo.
Attenzione, in un mutuo è indifferente quale Euribor viene utilizzato per il semplice fatto che nel tempo i ribassi pareggiano i rialzi, però è importante conoscerlo per evitare di farci prendere in giro con tassi inesistenti creati artificiosamente solo per attirare i gonzi.
Esempio: tasso formato da Euribor 1 mese + spread del 1% = 4.43 + 1 = tasso del 5.43%, mentre il tasso formato da Euribor 3 mesi + spread del 1% = 4.84 + 1 = tasso del 5.84%. Ecco questa differenza di tasso nel tempo, con le varie fluttuazioni, verrà sostanzialmente pareggiata.
IRS o Eurirs: sostanzialmente è un Euribor con Swap, come dice il suo nome per esteso "Interest Rate Swap". In pratica vengono utilizzati come strumento i derivati per cautelarsi da eventuali perdite dovute alle fluttuazioni dei tassi. Andando nel concreto, chi richiede un mutuo a tasso fisso avrà come indicatore l'IRS con la durata del periodo prescelto. Esempio: per un mutuo a tasso fisso di 10 anni verrà preso come indicatore l'IRS a 10 anni, per uno a 15 anni l'IRS a 15 e così di seguito.
Sia le quotazioni dell'IRS che quelle dell'Euribor è possibile leggerle sul "Il Sole 24 ore" o altri quotidiani economici, oppure ricercando su internet.
Quindi, come abbiamo appena visto, una parte del tasso è formato da un indicatore simile per tutte le banche, allora adesso concentriamo la nostra attenzione sullo spread.
Spread: è il margine di guadagno che una banca decide di aggiungere all'indicatore di riferimento. In pratica è come se la banca comprasse il suo denaro sul mercato finanziario al tasso degli indicatori appena accennati e poi lo rivendesse aggiungendoci il suo margine (spread) a chi richiede il mutuo.
Vediamo come varia lo spread e perché. Innanzitutto aldilà della capacità di contrattazione che ognuno può avere ci sono delle regole imprescindibili che sono legate al rischio del credito ben delineate in Basilea II.
Un mutuo per l'acquisto della prima casa avrà uno spread più basso di uno per l'acquisto della seconda casa. Un rapporto rata reddito inferiore al 40% è più premiante di un rapporto superiore. Ancora, una percentuale di richiesta pari al 100% del valore dell'immobile è più rischiosa di una percentuale inferiore e quindi sconterà spread più alti. I cosiddetti mutui "non tradizionali", cioè quelli per liquidità o consolidamento debiti, proprio perché sono i più rischiosi scontano gli spread più alti. Per avere un termine di paragone, diciamo che si può partire da spread intorno allo 0.80% fino arrivare al 2.80% per mutui non conforming.
A questo punto è chiaro che i cosiddetti "tassi di ingresso" sono validi per i primi mesi di vita del mutuo e non possono essere presi in considerazione per il calcolo della rata. Anzi, è da delinquenti far credere ad un mutuatario che pagherà una rata pari al tasso d'ingresso, significa metterlo in serie difficoltà finanziaria. Ricordatevi che quando vi propinano un tasso inferiore all'Euribor o all'Irs significa che vogliono prendervi per il naso.
Con queste informazioni siete in grado di capire se il tasso che vi hanno proposto è in linea con quello di mercato e magari di parare qualche brutto tiro che potrebbe incidere poi pesantemente sul bilancio familiare.
P.S.
ancora nessuna novità buona sul versante tassi, infatti l'Euribor a tre mesi quota il 4.84, in leggero rialzo rispetto all'articolo precedente. L'IRS a 30 anni quota il 4,75. In pratica le banche che chiedono soldi a tre mesi, pagano di più di quelle che le chiedono a 30 anni e questa la dice lunga sulla turbolenza finanziaria che stiamo attraversando.
Per eventuali commenti g.mautone@mondofinanziamenti.it
Gianluigi Mautone
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