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Arte Redazione 06 giugno 2015 22:51 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
CIMITILE - L’ultimo appuntamento della stagione 2015 del MdA, tenutosi come di consueto presso le Basiliche Paleocristiane di Cimitile, ha visto la partecipazione dell’architetto ligure Gianluca Peluffo co-fondatore dell’Agenzia di Architettura 5+1AA.
Costruttori di cittadini, Architettura e Rivoluzione: questo il titolo del suo intervento. Una rivoluzione genealogica, che si esprime nei termini dell’appartenenza, di un collegamento tra il sentire personale e quello collettivo. Il lavoro dell’architetto, docente della IULM, si è basato quindi sulla ricerca di un linguaggio atto a creare gli strumenti necessari a dare forma a questo collegamento.
Temi, che come un fil rouge ricuciono la ricerca progettuale, sono il mito - strumento che collega il visibile con ciò che è invisibile ma appartiene a tutti – e la narrazione – in grado di unire pensieri personali e storici.
Le opere realizzate presentate (tutte italiane) sono architetture che mescolano insieme immagini archtetipiche a visioni futuristiche e la loro illustrazione mostra un’analisi tripartita dei livelli percettivi: fuori, presso, dentro.
Fuori: l’architettura rappresenta, significa. L’architettura crea inevitabilmente legami con il contesto, in grado di mettere insieme tempi differenti, e l’edificio è letto come massa critica, in grado di dare ordine ad un tessuto caotico.
Presso: l’edificio diventa strumento di ricerca per un nuovo equilibrio, complesso, articolato, dissociato, il cui processo ideativo si avvale di step successivi di decomposizioni e ricomposizioni.
Dentro, ovvero la fisicità all’interno dello spazio.
La composizione di parti completamente differenti ma unite dalla scelta cromatica, la dicotomia tra la compressione di alcuni ambienti e le doppie o triple altezze, la drammaticità dell’uso della luce unita alla reattività cromatica sono i temi intorno a cui si sviluppa il progetto dell’Agenzia Spaziale Italiana (Roma). Il tema della barriera, e quindi del differente trattamento della pelle, caratterizza l’edificio dorato per uffici alle porte dell’Expo di Milano, che, in pianta, rimanda alla tradizione progettuale morettiana. Lo spazio omologo è invece il tema dell’ampliamento del centro universitario IULM: un edificio che trasferisce conoscenza alla città e, al tempo stesso, riceve influenze dalla città. Uno spazio in cui vuoti e pieni hanno lo stesso peso, con una complessa articolazione in sezione e una differenzazione materica e tipologica per le diverse funzioni. Ispirazioni sironiane di paesaggi urbani, memorie industriali, contrasto tra opacità e luminosità ricreano un’architettura urbana molto varia spazialmente, ma con costi contenuti.
Al termine della conferenza, una giuria composta dagli architetti Gianluca Peluffo, Massimo Pica Ciamarra e Orlando Di Martino ha premiato i giovani vincitori della mostra-concorso “Maggio dell’Architettura”.
Si conclude un altro anno di attività feconda e prolifica da parte della Fondazione Siebenarchi, che ormai rappresenta una realtà curiosa, arguta, entusiasta e caparbia del panorama vesuviano e nolano – così come ha salutato il prof. Fulvio Rino del Dipartimento di Architettura dell’Università Federico II.
Alessia Franzese
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