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Arte Anna Filannino 20 febbraio 2016 16:26 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
L’Italia perde una delle sue voci più belle
Ieri alle ore 22.30 si è spento uno dei massimi esponenti del panorama culturale Italiano: Umberto Eco. Scrittore, semiologo e filosofo di indiscussa fama lascia la sua vita terrena alla veneranda età di 84 anni. Lo stivale piange la sua dipartita consapevole di aver perso una delle penne d’oro della letteratura italiana.
Semiologo che ha indagato l’universo comunicativo lanciando uno sguardo critico ai nuovi mezzi di comunicazione che escludono la possibilità di una relazione de visu con l’altro e – come sostenuto dallo stesso autore - danno diritto di parola a dei giovani imbecilli che prima parlavano solo al bar e non danneggiavano la società … adesso hanno lo stesso diritto di parola di un premio Nobel … quanto all’invasione degli imbecilli, io credo, che dopo un po’ si creerà una sindrome di scetticismo che porterà a dire “chi l’ha detto?” “Twitter, quindi tutte balle!”.
Parole dure, pronunciate da chi conosceva a fondo le modalità relazionali dell’essere umano tanto da sottolineare non solo gli aspetti negativi della nuova società di massa ma anche alcuni elementi positivi; è lo stesso Eco ad affermare che se fosse esistito facebook ai tempi della dittatura nazista, probabilmente i campi di sterminio non sarebbero esistiti perché sarebbero stati denunciati in tempo.
Personalità poliedrica che ha dedicato la sua vita alla scrittura tanto da definirsi il fabbricante di parole. Il nome della rosa – romanzo edito nel 1980 – è divenuto un vero best seller in cui l’autore utilizza il noto espediente letterario del manoscritto ritrovato, caro ad autori di fama internazionale quali Cervantes. L’opera è stata sempre coronata da uno strepitoso successo perché è in grado di entrare in relazione dialogica con un pubblico appartenente a momenti storici diversi, non disattendendo il suo orizzonte d’attesa. Il testo è stato tradotto in oltre cento lingue e, grazie ad una trasposizione cinematografica ha vinto 4 David di Donatello nel 1987.
Ci mancherà, Eco, l’Italia stenterà a fare a meno di uomo di cotanta cultura ed intelligenza; egli però non ci lascia a mani vuote, vuole che l’eco della sua passione per la scrittura continui a riscaldare i cuori dei suoi lettori infreddoliti dalla sua assenza ed è per questo che quest’anno uscirà il suo ultimo libero Pape Satan Aleppe, pubblicato dalla nuova casa editrice di Elisabetta Sgarbi, La Nave di Teseo che da oggi in poi dovrà solcare le onde del mare letterario senza il suo adorato capitano.
Addio Eco, sarai sempre con noi grazie alla tua opera immortale.
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